
Come spieghi a chi qualche giorno dorme a Vittoria o nelle altre città della fascia trasformata cosa sono le fumarole? Come glielo spieghi che, alle 5 del mattino, ti svegli con la gola secca e la bocca amara perché qualcuno ha deciso di disfarsi dei rifiuti o distruggere parte di una discarica abusiva dandogli fuoco? Come puoi spiegare la paura di non averlo avvertito in tempo e di aver quindi respirato sia tu che i tuoi cari, bambino compreso, forse una dose letale di veleno?
Come spieghi anche a chi viene in queste zone soprattutto per godersi le belle temperature, i giardini e gli spazi aperti (magari perché, vivendo in città, già tutto l’anno è costretto a stare chiuso a lavoro e a casa) che anche qui alla fine devi stare chiuso dentro se vuoi evitare di respirare diossina?
Ho più volte raccontato quanto stanno facendo gli Enti preposti, ho dato voce alle associazioni ambientaliste e ai cittadini, ma evidentemente non basta. Non possiamo restare inermi mentre avvelenano l’aria che arriva fino in centro città. Non ci sono più zone franche. (Questo lo scrivo per rispondere a chi dice “e tu resta in città” a chi d’estate si trasferisce nelle seconde case. Come se avere una seconda casa fosse comunque una colpa).
A chi dice che così intimoriamo i turisti che sceglieranno altri lidi, rispondo dicendo che comunque al turista basteranno un paio di giorni per rendersi conto della situazione, scegliere se tornare o meno in questa parte della provincia e invitare parenti e amici (virtuali e reali) a fare altrettanto.