
Con l’arrivo dell’estate, il Comune di Ragusa corre ai ripari per contrastare fenomeni di degrado urbano e disturbo della quiete pubblica a Marina di Ragusa. Entra oggi in vigore, infatti, la nuova ordinanza n. 635, firmata dal sindaco Peppe Cassì, che resterà valida fino al 30 settembre 2025.
Il provvedimento – che annulla le precedenti ordinanze sul tema – estende il perimetro dei divieti a un’area più ampia della frazione balneare. L’obiettivo è quello di arginare comportamenti incivili, spesso registrati nelle zone più frequentate, che compromettono la vivibilità e la sicurezza, soprattutto per le fasce più vulnerabili della popolazione.
I divieti previsti
L’ordinanza introduce una serie di misure restrittive nelle aree sensibili di Marina di Ragusa:
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Divieto di assembramenti non legati alla corretta fruizione degli spazi pubblici, come bivacchi o raduni rumorosi;
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Divieto di consumo all’aperto di bevande in vetro o lattina, sia alcoliche che analcoliche;
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Divieto di attività ludiche rumorose, come l’uso di diffusori musicali o giochi che disturbano la quiete pubblica;
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Divieto di abbandono di rifiuti, incluse bottiglie e contenitori di vetro o metallo.
I trasgressori saranno soggetti a sanzioni amministrative fino a 500 euro, oltre all’obbligo di cessare i comportamenti vietati e di ripristinare lo stato dei luoghi.
“Abbiamo provato la via del dialogo, ma non è servito. Alcuni giovani avevano richiesto spontaneamente degli incontri e si era trovato un compromesso: spostarsi in aree più periferiche, mantenendo comportamenti decorosi e rispettosi – ha dichiarato il sindaco Cassì –. Ma quel patto è stato disatteso. Da qui la decisione di estendere l’ordinanza. È un provvedimento tanto inevitabile quanto amaro.”
Il primo cittadino ha anche lanciato un appello alle famiglie: “Non si può pensare che certi comportamenti maleducati siano sempre colpa dei figli e dei nipoti degli altri. Serve corresponsabilità”.
Sulla stessa linea l’assessore alla Polizia Locale, Giovanni Gurrieri, che sottolinea come il Comune non possa farsi carico di colmare i vuoti educativi: “Abbiamo puntato sul dialogo, ma ora servono misure concrete. L’esperienza dell’ordinanza sperimentale ci ha dato gli strumenti per estendere il divieto, con l’accordo della Prefettura e delle Forze dell’Ordine. Ora c’è un quadro normativo chiaro per sanzionare chi non rispetta le regole.”