
L’obesità, malattia in costante aumento a livello globale, potrebbe colpire più della metà della popolazione mondiale entro il 2035, secondo la World Obesity Federation. Curare questa condizione attraverso diete, farmaci o interventi chirurgici si rivela spesso complesso e non sempre efficace. Per questo motivo, la prevenzione rappresenta una strategia cruciale per contrastarne la diffusione.
Un importante passo avanti arriva da uno studio pubblicato su Nature Medicine (e riportato da Focus) nel quale un gruppo di ricercatori ha analizzato i dati genetici di oltre cinque milioni di persone. Da questa enorme mole di informazioni è nato un nuovo parametro, chiamato punteggio di rischio poligenico, che integra molte piccole variazioni nel Dna per calcolare la probabilità che una persona possa sviluppare obesità in futuro.
Il vero valore di questo strumento risiede nella sua applicazione precoce: già durante l’infanzia, infatti, il punteggio può identificare i bambini più a rischio. In questo modo, è possibile intervenire tempestivamente promuovendo stili di vita sani, con una dieta equilibrata e un aumento dell’attività fisica, per ridurre significativamente le possibilità di obesità in età adulta.
Nonostante il metodo presenti ancora alcune imperfezioni e necessiti di ulteriori perfezionamenti, ha già dimostrato una precisione doppia rispetto ai sistemi precedenti. Se utilizzato con cautela e nel rispetto di tutti, il punteggio di rischio poligenico potrebbe rappresentare un prezioso alleato nella battaglia contro l’obesità, contribuendo a salvaguardare la salute delle future generazioni.