
Un “esperimento sociale” per mostrare ai genitori ciò che accade di notte sulle strade cittadine: trascorrere una sera al fianco delle pattuglie della Polizia Locale. A proporlo, attraverso un post dai toni decisi, è l’assessore alla Polizia Municipale e Viabilità del Comune di Comiso, Dante Di Trapani, che lancia un appello accorato alla comunità adulta affinché non si volti dall’altra parte di fronte al crescente disagio giovanile.
L’assessore rivela che, dopo quasi vent’anni, il servizio notturno della Polizia Locale è stato ripristinato anche nei giorni feriali. Tuttavia, avverte, i comportamenti osservati tra i più giovani destano forte preoccupazione: «Mi piacerebbe – scrive – farvi vedere con i vostri occhi quanta incoscienza del pericolo c’è, quanto si sia perso il senso dell’autorità e quanto questo incida sulla vita di tutti i giorni.»
Tra esempi concreti e riflessioni amare, Di Trapani sottolinea episodi «di comitive che pensano di poter impennare davanti ad un posto di blocco, solo perché gli agenti sono impegnati a verbalizzare un loro malcapitato coetaneo», denunciando una crescente mancanza di rispetto verso le istituzioni: «Un mondo costruito sulla derisione delle autorità familiari, scolastiche, di sicurezza. Un mondo che ci vuol far credere che la libertà consista nel fare ciò che si vuole.»
Preoccupante, secondo l’assessore, non è tanto la “trasgressione” in sé quanto «il vuoto» che l’alimenta: «Tra i ragazzi non c’è ‘lo schifo’. C’è, spesso, il vuoto. Ed è più pericoloso ancora. Il vuoto non è tra loro. Il vuoto è a casa. Dove, però, può esserci ancora una speranza.»
Di Trapani chiama quindi in causa le famiglie, invitando madri e padri a non sentirsi estranei a un problema che investe l’intera comunità: «Nessuno, nessun genitore creda che il problema non lo riguardi. Riguarda tutti, molto più di quanto pensiamo. Perché su quelle strade che di notte sembrano Monza sfrecciano con spavalderia tutti: i figli degli avvocati come i figli dei commercianti, come i figli degli artigiani.»
Da qui l’idea, destinata a far discutere: portare i genitori in pattuglia con la Polizia Locale «per mostrare la realtà così com’è, fuori da retorica e giustificazioni». Un’iniziativa che, nelle intenzioni dell’assessore, potrebbe rappresentare un primo passo per ricucire il rapporto tra giovani e autorità e ricostruire, a partire dalle famiglie, un senso condiviso di responsabilità civica.