Nuovo anno scolastico, messaggi del Provveditore e del Vescovo

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Immagine di repertorio

Con l’inizio del nuovo anno scolastico arriva anche il tradizionale messaggio di Daniela Mercante, dirigente dell’Ambito Territoriale (una volta denominato provveditore agli studi) di Ragusa, indirizzato a studenti, docenti e personale scolastico. Una lettera che non si limita a formulare auguri di buon lavoro, ma che richiama l’importanza della scuola come comunità viva, fatta di impegno, responsabilità e collaborazione. Di seguito il testo integrale della comunicazione:

“Care studentesse e cari studenti, gentili Dirigenti scolastici, Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi, docenti, personale della scuola, autorità, famiglie, l’avvio di un nuovo anno scolastico è sempre un momento carico di significato. È il tempo della responsabilità e della speranza, della progettazione e dell’impegno condiviso. È il tempo in cui, come ha ricordato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, siamo chiamati a imprimere un “cambio di passo” deciso e consapevole alla nostra scuola. L’anno che si apre ci vede impegnati su più fronti:

– nel pieno avvio delle figure del docente tutor e orientatore, per accompagnare con cura e personalizzazione i percorsi degli studenti;

– nel rafforzamento delle azioni di inclusione, con particolare attenzione non solo alla disabilità, ma anche agli alunni ad alto potenziale cognitivo (APC), il cui riconoscimento normativo rappresenta oggi una sfida etica e pedagogica decisiva;

– nella promozione di una formazione dei docenti diffusa e continua, che superi la logica dell’adempimento per divenire vero investimento culturale sulla qualità educativa;

– nella valorizzazione di una scuola che sappia educare alla pace, alla giustizia, alla cittadinanza globale, come ci ricordano le nuove Indicazioni Nazionali e l’appello potente di Papa Leone XIV a una “pace disarmata e disarmante”.

La scuola di oggi deve sapere tenere insieme la personalizzazione e la coesione, la valorizzazione delle eccellenze e la cura delle fragilità, l’innovazione e la tradizione. Non basta garantire le stesse risorse a tutti: occorre dare a ciascuno ciò di cui ha bisogno per raggiungere il proprio potenziale. Occorre costruire, giorno dopo giorno, una comunità educante fondata sulla corresponsabilità, in cui ogni docente – curricolare o di sostegno – sia parte attiva del successo formativo degli studenti.  E oggi più che mai, in un tempo segnato da disorientamento, insicurezze e venti di guerra, la scuola è chiamata a essere luogo di dialogo, umanità, empatia e pensiero critico, capace di educare non solo all’assenza di conflitti, ma alla presenza attiva della giustizia, dell’ascolto e della solidarietà. A voi, ragazze e ragazzi, chiedo di non accontentarvi. Lasciatevi ispirare dalla bellezza, abbiate il coraggio del dubbio, la forza della passione e l’orgoglio della vostra unicità. Come scrive D’Avenia: “Preferisco essere infelice che piccolo, e soffrire piuttosto che annoiarmi.” Alla scuola tutta, l’augurio più sincero di un anno intenso, autentico e generativo. Buon anno scolastico!”

Questo, invece, il messaggio del Vescovo di Ragusa, Giuseppe La Placa: 

“Carissimi, all’inizio del nuovo anno scolastico desidero rivolgere a tutti voi un cordiale saluto e la mia benedizione: agli studenti, che con entusiasmo e impegno intraprendono un nuovo cammino di conoscenza; alle famiglie, che li accompagnano e li sostengono; ai Dirigenti scolastici e ai Docenti, che con responsabilità e passione educano le nuove generazioni; e a quanti, a diverso titolo, operano con dedizione nel mondo della scuola.

A ciascuno auguro un anno sereno e fecondo, ricco di incontri significativi, di esperienze autentiche e di crescita personale e comunitaria. La scuola non è soltanto il luogo in cui si trasmettono nozioni, ma lo spazio prezioso in cui si coltivano curiosità e passioni, si imparano valori come il rispetto, la collaborazione e la corresponsabilità, e si pongono le basi della convivenza civile e della cittadinanza attiva.

Vorrei condividere con voi una parola che custodisce un segreto antico e sempre nuovo: “sapere”. In latino, infatti, questo termine possiede due accenti e due sfumature di significato. Con l’accento sulla seconda sillaba, sapère, significa “conoscere”: è lo studio, la ricerca della verità, l’acquisizione di competenze. Con l’accento sulla prima sillaba, sàpere, significa invece “avere sapore”, “gustare”: è l’arte di dare gusto alla vita, di non vivere in modo insipido, di riconoscere la bellezza e il senso profondo delle cose.

C’è, dunque, un sapere scientifico e c’è anche un sapere sapienziale. Sono due facce della stessa medaglia: da un lato la mente che indaga, dall’altro il cuore che accoglie. La scuola, se pienamente vissuta, è capace di nutrire entrambe queste dimensioni: ci insegna a comprendere il mondo e, allo stesso tempo, ci invita a custodirne il valore, a gustarne la bellezza, a orientare la nostra vita verso ciò che è vero, buono e bello.

Per questo, vi invito a coltivare entrambe le forme di sapere: studiate con impegno, ma non smettete di guardare con meraviglia, di assaporare la bellezza che vi circonda, di dialogare, di ascoltare, di vivere con passione e gusto. Non studiate solo per superare un esame o ottenere un titolo, ma per diventare uomini e donne capaci di pensiero libero e responsabile. Lasciate che la conoscenza diventi creatività e stupore; che illumini le vostre relazioni con umanità e rispetto; che vi spinga a mettere i vostri talenti a servizio degli altri. Così lo studio sarà vera preparazione alla vita: alla professione che sceglierete, alla cittadinanza attiva e alla costruzione di un mondo più giusto e umano.

So che quest’anno non potrete portare con voi i cellulari. Forse vi sembrerà un limite, ma potrebbe rivelarsi una grande opportunità. La vita è fatta di incontri veri, di sguardi, di dialoghi faccia a faccia, di silenzi che aiutano a pensare. Senza la distrazione continua dei dispositivi, potrete scoprire che la scuola è anzitutto comunità: non un luogo virtuale, ma uno spazio reale in cui crescere insieme, imparando ad ascoltare e a comunicare in profondità.

Infine, permettetemi di indicarvi il Maestro per eccellenza: Gesù. Egli non ha lasciato trattati scritti, ma ha insegnato con la vita; non ha parlato da una cattedra, ma con parabole che ancora oggi toccano il cuore; non ha imposto dottrine, ma ha compiuto gesti che hanno sapore di eternità. Guardando a Lui, lo studio acquista un senso più pieno: non semplice accumulo di nozioni, ma ricerca della verità che rende liberi (cf. Gv 8,32); non solo esercizio intellettuale, ma sapienza che illumina le scelte e apre alla speranza.

Carissimi, vi auguro che questo nuovo anno scolastico sia un cammino in cui possiate unire sapère e sàpere: il rigore dello studio e il gusto della vita, l’impegno della conoscenza e la gioia della sapienza. Così il vostro sapere non resterà un deposito sterile di nozioni, ma diventerà luce per voi e per la società, che ha urgente bisogno di giovani capaci di verità, di libertà e di amore.

Accogliete questo tempo con gioia, fiducia e speranza. Scoprite la bellezza dell’incontro con i vostri compagni e con i vostri insegnanti; affrontate con generosità la fatica dello studio; vivete con serenità anche le difficoltà che inevitabilmente incontrerete.

Siate pronti a offrire il vostro contributo unico e prezioso, perché le ferite del nostro tempo diventino feritoie di luce, attraverso le quali possa filtrare la speranza: quella speranza che illumina la vostra vita, quella delle vostre famiglie e del mondo intero”.