Tragedia in Tanzania: morte 4 Suore Carmelitane Missionarie

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Un gravissimo incidente stradale avvenuto in Tanzania ha spezzato la vita di quattro religiose della Congregazione delle Suore Carmelitane Missionarie di Santa Teresa del Bambin Gesù, fondata dalla Serva di Dio Madre Maria Crocifissa Curcio (nata a Ispica) e dal missionario olandese, Padre Lorenzo Van den Eerenbeemt.

Hanno perso la vita Suor Lilian Gladson Kapongo, Superiora Generale della Congregazione, suor Maria Nerina De Simone, Consigliera e Segretaria Generale, suor Damaris Matheka, Consigliera Provinciale, suor Stellamaris Muthini e l’autista che le accompagnava. Gravissime le condizioni di suor Paulina Crisante Mipata, attualmente ricoverata in ospedale.

Il cordoglio della Diocesi di Noto

La notizia della tragedia è stata comunicata ieri sera al Vescovo di Noto, mons. Salvatore. Con parole di forte commozione, il presule ha espresso la sua vicinanza alla Congregazione, così profondamente legata alla Chiesa netina attraverso la figura di Madre Curcio, nata a Ispica e beatificata da Papa Benedetto XVI nel 2005.

Il Vescovo ha ricordato una ad una le vittime, affidandole all’abbraccio misericordioso di Dio, e ha invitato tutti i fedeli a sostenere con la preghiera la giovane suor Paulina, che lotta tra la vita e la morte.

La Congregazione delle Suore Carmelitane Missionarie, fondata da Madre Crocifissa Curcio e da Padre Lorenzo Van den Eerenbeemt, è nata con lo spirito di portare il Vangelo nei luoghi più poveri e difficili del mondo. Oggi le religiose sono presenti in diversi continenti, con un carisma centrato sulla preghiera e sul servizio missionario.

«A tutta la Congregazione, così duramente colpita – ha concluso il Vescovo – rinnovo la mia vicinanza, l’affetto mio e di tutta la Diocesi e l’affido all’intercessione della Vergine Maria, di Madre Maria Crocifissa Curcio e Padre Lorenzo van den Eerenbeemt. Sosteniamoci nel Signore, Buon Samaritano, che sulle strade del mondo vede e accoglie tutti i dolori e le sofferenze dell’uomo».

Un messaggio di dolore ma anche di speranza, radicato nelle parole del Vangelo: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 11,25).