Lavoro a distanza: più occupazione per donne e Sud Italia

23

Nato come risposta obbligata alla pandemia, il lavoro da remoto sta mostrando di essere molto più di una soluzione temporanea. Secondo una recente analisi della Banca d’Italia, questa possibilità ha aperto nuove porte al mercato del lavoro, soprattutto nelle aree e tra le categorie tradizionalmente più penalizzate.

Lo studio evidenzia come il lavoro agile abbia inciso positivamente sia sul tasso di attività sia sull’occupazione. L’effetto è stato particolarmente significativo nel Mezzogiorno e nei territori a bassa densità abitativa, dove l’accesso al lavoro resta più difficile. Qui, l’incremento degli occupati in smart working rispetto al totale dei lavoratori ha generato un aumento dello 0,9% nella partecipazione e dello 0,7% nell’occupazione.
Ma il vero impatto si osserva sul fronte femminile. La fascia d’età 25-49 anni, quella più esposta agli impegni di cura familiare, è risultata la principale beneficiaria della flessibilità garantita dal lavoro da remoto. In contesti dove l’offerta di servizi per l’infanzia e di sostegno alla famiglia è scarsa, il cosiddetto “smart working” ha fatto la differenza: la riduzione dei tempi di spostamento e la possibilità di conciliare vita privata e professionale hanno rappresentato una leva decisiva per l’ingresso o la permanenza nel mondo del lavoro.

Dalla misura emergenziale del 2020, dunque, emerge oggi una risorsa strutturale capace di ampliare l’inclusione lavorativa. Il lavoro da remoto non solo favorisce la produttività e la qualità della vita, ma si conferma anche uno strumento strategico per ridurre i divari territoriali e di genere.