Era latitante da oltre un anno, arrestato a Niscemi

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I Carabinieri del Reparto Territoriale di Gela e della Stazione di Niscemi hanno tratto in arresto un 53enne, pregiudicato, nativo di Vittoria e residente a Niscemi, irreperibile dal maggio 2024, le cui ricerche erano state estese anche in ambito europeo. L’uomo era destinatario dapprima di un provvedimento di revoca del decreto di sospensione di ordine di esecuzione per la carcerazione e ripristino dell’ordine medesimo, emesso appunto nel maggio 2024 dal Tribunale di Gela – Ufficio Esecuzioni Penali, e in seguito, nel novembre 2024, raggiunto da provvedimento di esecuzione di pene concorrenti emesso dalla Procura Generale presso la Corte d’Appello di Caltanissetta, dovendo espiare la pena complessiva di 10 anni, 10 mesi e 29 giorni di reclusione a seguito di condanne definitive per reati di rapina aggravata, furto aggravato e lesioni personali aggravate commessi tra il 2012 e il 2016 nei comuni di Piazza Armerina, Valguarnera, Mirabella Imbaccari e Niscemi.

In particolare, le indagini condotte all’epoca avevano consentito di individuare nel prevenuto l’autore, in concorso, di una serie di rapine in danno di persone anziane, a cui venivano strappate dal collo le collane in oro indossate, cagionando lesioni personali, oltre che grande spavento, alle vittime. L’arresto odierno è il frutto di un’intensa e articolata attività info-investigativa condotta dai Carabinieri della Stazione di Niscemi, che avendo appreso che il ricercato potesse aver trovato riparo all’estero e ipotizzandone un suo rientro periodico a Niscemi per far visita ai familiari, pianificavano discreta attività di osservazione proprio all’indirizzo dell’abitazione dei familiari. Avuta contezza della presenza del catturando, i militari hanno fatto irruzione in casa, ove i presenti inizialmente negavano la presenza del proprio congiunto.

A esito di accurata perquisizione i Carabinieri individuavano infine il ricercato all’interno di una stanza, traendolo in arresto. I familiari sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria per il reato di procurata inosservanza pena, mentre l’uomo è stato condotto presso la Casa Circondariale di Gela, alla disposizione dell’A.G.

La condotta dei familiari determina l’instaurazione di un procedimento che si trova nella fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla Costituzione, per gli indagati vige il principio di presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva.