Puntarazzi, le panchine colorate di Roberta raccontano il quartiere

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Le panchine di Contrada Puntarazzi tornano ad essere protagoniste e lo fanno con un nuovo look. A firmare l’intervento è Roberta Raniolo, nata e cresciuta a Puntarazzi, dove vivono ancora i suoi nonni e dove sono cresciuti la madre e gli zii: «Questa contrada — spiega — è stata ed è tuttora la mia casa, le mie radici».

Raniolo racconta che, da bambini, le poche cose del luogo ruotavano attorno a un punto preciso di ritrovo: le panchine. «Ci sedevamo lì dopo una passeggiata in famiglia, o per raccontarci», ricorda, evocando immagini di quotidianità che col tempo si sono fatte sempre più rare. Le sedute, progressivamente arrugginite, sono diventate quasi invisibili «non solo perché il ferro era ormai arrugginito, ma perché corriamo tutti troppo in fretta».

Da qui la scelta di intervenire: ridare vita alle panchine trasformandole in piccole installazioni di senso. Raniolo le ha dipinte con colori calibrati e ha assegnato a ciascuna un titolo e una frase, per attirare l’attenzione non sull’apparenza ma sul contenuto. I colori e i rispettivi significati scelti dall’autrice sono quattro: la panchina blu è il Ricordo, l’azzurra il Viaggio, la rossa la Consapevolezza e l’arancione l’Amore.

L’intento, dice Raniolo, è semplice e preciso: le panchine «raccontano qualcosa, invitano a fermarsi, a riflettere, a ritrovare un pezzo di sé». Un intervento di piccola scala che punta a restituire al luogo un punto di incontro e di riflessione, recuperando memoria e lentezza nella vita quotidiana della contrada.