
È di origine ragusana il giovane che lo scorso 12 ottobre è stato picchiato e accoltellato a Milano, lungo il corso Como. Da ieri tutte le testate e tv nazionali parlano di questa brutale e assurda aggressione costata quasi la vita al ventiduenne studente della Bocconi che, comunque, per tutto il resto della vita dovrà subirne le conseguenze: rischia di rimanere paraplegico e ha subito danni irreparabili agli apparati urologico e intestinale.
I genitori della vittima e i nonni sono Ragusani. Il ragazzo, invece, è nato nel capoluogo lombardo nel 2003 ma si era ben presto trasferito con i genitori a Ragusa. Qui il giovane ha frequentato la scuola e partecipato, con successo, a numerosi concorsi di scrittura in prosa. Fra le sue passioni anche la recitazione e la danza.
Il nonno è stato un importante costruttore edile ragusano e anche il padre del ragazzo ha seguito le orme del genitore. Per lavoro i genitori si erano quindi spostati in Lombardia, dove il ragazzo è appunto nato, per poi tornare a Ragusa qualche anno dopo. Il giovane studente, invece, dopo il diploma era tornato nel capoluogo Lombardo per frequentare l’Università Bocconi.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, quella sera la vittima era da sola. Prima uno degli aggressori gli ha chiesto una sigaretta e poi se aveva da cambiare dei soldi. Quando il ventiduenne ha tirato fuori delle banconote, uno dei cinque gliene ha strappata dalle mani una da 50 euro per poi allontanarsi. A quel punto il bocconiano ha provato ad inseguirli, ma il gruppo ha reagito in maniera brutale: calci e pugni anche quando la vittima era a terra. Alla fine, due coltellate: Una al gluteo e l’altra al fianco sinistro.
Il giovane universitario ha subito la perforazione di un polmone e la lesione del midollo spinale. Sono state necessarie trasfusioni e diverse operazioni salvavita. A rendere tutto ancora più assurdo, la reazione degli aggressori. Uno di loro, infatti, nei giorni successivi si è vantato su TikTok commentando un video della consigliera comunale ed europarlamentare leghista Silvia Sardone che, nell’aula di Palazzo Marino, denunciava l’insicurezza a Milano per i sei accoltellamenti registrati in città nel weekend tra il 25 e 26 ottobre: “Il 7 non l’hanno scoperto ancora”.
Ieri gli agenti del commissariato Garibaldi Venezia di Milano hanno arrestato i cinque. L’accusa è di tentato omicidio pluriaggravato e rapina pluriaggravata in concorso. I due maggiorenni sono stati accompagnati a San Vittore, i tre minorenni al Beccaria. Sono tutti ragazzi di Monza e dintorni.
Durante la permanenza in commissariato i tre sono stati intercettati. Più volte hanno ammesso, senza sapere di essere ascoltati, le proprie responsabilità, sono scoppiati a ridere. “È in fin di vita, così almeno non parla”, è un’altra delle frasi intercettate. Un altro si augura che l’aggressione sia stata ripresa, per vedere se ha picchiato forte. Uno di loro suggerisce anche di andare a trovare la vittima e mostrarsi pentiti aggiungendo però “in realtà non me ne frega”.
Alla loro identificazione si è giunti non solo grazie alle immagini di videosorveglianza presenti nella zona ma anche grazie alle testimonianze di due ragazze presenti in strada che hanno descritto sia l’aspetto fisico che i vestiti indossati dalla banda di aggressori: quattro italiani, uno di loro è nato in Egitto, tutti residenti nella zona di Monza.
