
Due distinti interventi della Polizia di Stato, a Ragusa e Vittoria, hanno portato all’esecuzione di misure cautelari con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di altrettanti uomini ritenuti responsabili di gravi condotte di maltrattamento e persecuzione ai danni di donne e minori.
A Ragusa, la Squadra Mobile della Questura ha eseguito una misura cautelare nei confronti di un tunisino di 42 anni, indiziato di gravi maltrattamenti nei confronti della figlia minorenne. A far partire le indagini è stata la denuncia della giovane, che ha raccontato agli investigatori di essere stata più volte percossa senza motivo, di non essere mai stata mandata a scuola e di essere stata costretta a lavorare nelle serre insieme al padre. La minore ha inoltre riferito di non aver mai potuto ricevere cure mediche, nemmeno in caso di infortuni. La ragazza è stata immediatamente affidata a una comunità protetta, con divieto assoluto di consegna ai familiari.
Considerata la gravità del quadro emerso, la Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto dal GIP l’applicazione del divieto di avvicinamento con controllo elettronico e l’obbligo per l’uomo di mantenere almeno 500 metri di distanza dai luoghi frequentati dalla figlia.
A Vittoria, gli agenti del Commissariato hanno dato esecuzione a un’ordinanza del GIP del Tribunale di Ragusa nei confronti di un vittoriese i 45 anni, indiziato dei reati di minaccia e atti persecutori nei confronti dell’ex compagna. La donna, mesi fa, aveva denunciato comportamenti ossessivi e violenti legati alla morbosa gelosia dell’uomo. Nonostante l’ammonimento del Questore, l’uomo avrebbe continuato a inviare messaggi e contenuti WhatsApp con esplicite minacce di morte, generando nella vittima un grave stato di ansia e un fondato timore per la propria incolumità. Per questo è stato disposto il divieto di avvicinamento, con braccialetto elettronico e l’obbligo di mantenere le distanze dai luoghi frequentati dalla donna.
