Il Consiglio approva il Piano di riequilibrio

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Nonostante il Pd avesse criticato aspramente l’Amministrazione Susino per aver portato l’atto in conferenza dei capigruppo solo all’ultimo minuto e averlo presentato con una “esposizione sommaria”, senza dare il tempo ai consiglieri di fare un approfondimento, ieri sera la minoranza ha “scelto responsabilmente” di astenersi ed è bastato un solo pomeriggio di lavori per arrivare all’approvazione del Piano di riequilibrio finanziario.

Il tempo a disposizione del Consiglio, del resto, era davvero poco: dato che la legge concede 60 giorni di tempo dalla prima delibera (quella con cui si è dichiarato di voler far ricorso a questa procedura e che è stata approvata il 14 dicembre), il termine ultimo sarebbe scaduto il 12 febbraio.

 

Si tratta – lo ricordiamo – di una procedura che è stata introdotta dal cosiddetto “decreto Salva Enti” del Governo Monti e attraverso cui viene data la possibilità, ai Comuni che si trovano in gravi difficoltà finanziarie,  di redigere un piano di rientro dal debito anziché essere costretti a dichiarare il dissesto (21 Comuni in Sicilia vi hanno fatto ricorso, tra cui la vicina Modica, mentre a Ispica il Piano è stato bocciato dal Consiglio). Per Scicli si è trattato di fatto di una scelta obbligata, dato che la Corte dei Conti aveva già segnalato tutte le criticità del bilancio e assegnato un termine perentorio per l’applicazione delle misure correttive.

 

Il Piano prevede di ripianare in 7 anni 7,3 milioni di euro di debiti.

Si tratta in particolare di debiti fuori bilancio, tra cui spiccano i 2,5 milioni di euro di debiti con l’Ato e i 3,7 milioni di euro di debiti con l’Enel.

Altri 3,1 milioni di euro di debiti fuori bilancio che derivano da sentenze esecutive, verranno invece ripianati attraverso mutui con la Cassa Depositi e Prestiti.

 

Le misure più rigorose saranno concentrate nei primi anni. In particolare, si tratterà di misure di riduzione della spesa

–       la riduzione del 30% delle indennità degli amministratori;

–       la razionalizzazione nella gestione dei servizi comunali (dal risparmio sui carburanti a quello sulla carta);

–       la richiesta ai cittadini di contribuire a coprire almeno il 36% dei servizi a domanda individuale;

–       un risparmio sull’energia elettrica, attraverso l’attivazione di un contratto con un nuovo gestore;

–       l’azzeramento dei fitti passivi;

–       l’affidamento esterno della gestione degli impianti sportivi;

–       il pensionamento, nei prossimi dieci anni, di 114 dipendenti, che potranno essere rimpiazzati solo a partire dal 2018.

 

Ora sarà la Corte dei Conti, a cui si dovrà tempestivamente trasmettere l’atto varato dal Consiglio, a doverlo approvare, valutandone la sostenibilità: da quel momento la Corte stessa farà verifiche semestrali sullo stato di attuazione delle misure e sul raggiungimento dei risultati previsti.