Padre di famiglia conquistava la fiducia delle fidanzate passandosi per poliziotto

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E’ stato condannato dal Tribunale di Modica, giudice onorario Francesca Aprile, ad un anno e sei mesi di reclusione ed al pagamento di una multa di 400 euro, pena sospesa, il modicano Emanuele Calabrese accusato di truffa, sostituzione di persona, usurpazione di titoli, possesso e uso di segni distintivi contraffatti e furto in abitazione e con strappo. Reati per i quali il vice procuratore onorario Diana Iemmolo aveva chiesto la pena di tre anni di reclusione e 600 euro di multa.

Delitti che il cinquantenne, difeso dall’avv. Peppe Pellegrino, ha compiuto in danno della sciclitana A.C. 39 anni e della modicana C.A. 35 anni, entrambe costituitesi parti civile e rappresentate dall’avv. Elvia Argento.

I fatti vanno dal giugno del 2006 al novembre del 2007 periodo durante il quale l’uomo, coniugato e padre di quattro figli, era dipendente della ditta che aveva in appalto i lavori di pulizia sia della caserma dei carabinieri che del comando di polizia della Città della Contea. Proprio dal garage delle due sedi il Calabrese aveva sottratto alcune divise e accessori vari come cappelli, cinturoni e fondine, manette e distintivi che indossava per accreditarsi nel cuore, e nella famiglia, di una delle due donne con le quali, contemporaneamente, si era fidanzato al fine di spillare loro del denaro.

Infatti, se il promesso sposo aveva fatto credere alla sciclitana A.C. di essere un poliziotto, alla modicana C.A. si era spacciato per un dirigente del Modica Calcio e, comunque, comune denominatore di entrambi i personaggi interpretati era la momentanea carenza di liquidità.Problema che le due ignare vittime avevano cercato subito di risolvergli, non senza difficoltà in quanto entrambe disoccupate. Il fedigrafo, infatti, dalla fidanzata sciclitana si era fatto prestare il bancomat dal quale aveva prelevato 1.600 euro prosciugandole così il conto, oltre ad averle sottratto quattro assegni firmati in bianco per l’acquisto di una auto per la somma di 6.900 euro. Mentre, nelle vesti del dirigente della squadra di calcio, dalla fidanzata modicana si era fatto consegnare ben 35.000 euro, somma che l’innamorata si era procurata facendo contrarre un prestito all’anziana madre.

A far vacillare il perfetto equilibrio con il quale il Calabrese si districava fra lavoro di puliziere, doveri verso la legittima famiglia ed impegni con le due fidanzate ufficiali, sono stati i sospetti sulla sua vera identità sorti al fratello di una delle vittime. Una guardia giurata che scoperto l’inganno, nell’agosto del 2007, ha fatto scattare la denuncia contro quello che considerava il futuro cognato.

Ma a far crollare definitivamente il castello di bugie dell’impostore è stato un caso fortuito. Neanche un paio di mesi dopo, infatti, l’uomo veniva riconosciuto da alcuni agenti di polizia giudiziaria mentre si trovava in compagnia della fidanzata modicana. Gli stessi che indagavano sul suo conto  proprio a seguito della prima denuncia e che prontamente, dunque, provvedevano ad informare del complicato intreccio l’ignara C.A.. La quale, non solo interrompeva immediatamente la relazione ma lo denunciava all’Autorità.

Il pluri fidanzato e  pluri truffatore è stato condannato dal giudice Aprile anche al pagamento di 1.800 euro di spese processuali e al risarcimento dei danni subiti dalle parti offese che verrà quantificato in sede civile.