Barriere architettoniche, “Modica diventi la città di tutti”

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Penso ad una città più vivibile per tutti. Una città aperta alle esigenze di tutti i cittadini. Un particolare riguardo va all’abbattimento delle barriere architettoniche, un ostacolo sì per i disabili, ma anche per l’intera collettività. Una città deve esser capace di capire ed accogliere le esigenze di tutti i suoi abitanti perché dal livello del bene collettivo si misura la vera efficienza di un Comune. I muri che talvolta si ergono ostacolano, o talvolta impediscono, l’effettiva fruibilità dei luoghi. Il mio obiettivo di rendere la città più vivibile parte dalle esigenze delle persone con difficoltà motorie, ma abbraccia in realtà tutta la collettività, dai disabili agli anziani con ridotte capacità nei movimenti, alle mamme che col passeggino riscontrano problemi, a tutti i pedoni che si trovano a vivere delle difficoltà. Il libero accesso non riguarda solo un luogo, rappresenta un diritto essenziale di tutti e cioè la libertà di poter “accedere” alla propria vita per poterla vivere al meglio. Un’esigenza che non deve nascere da compassione o pietà, e neanche dallo spirito assistenzialistico, ma che deriva dal senso civico che dovrebbe appartenere ad ognuno di noi. Mi ha molto colpito un articolo uscito qualche giorno fa. Un’intervista che lamenta la mancanza di sensibilità da parte delle istituzioni e degli stessi cittadini. Ai problemi di fruizione, alla mancanza di pedane adeguate, ai mezzi che ostruiscono il passaggio, si assomma l’assenza di rispetto che mostra chi “inavvertitamente” occupa indebitamente i parcheggi riservati delimitati dalle strisce gialle. L’appello di Maria, riportato nell’articolo, mi convince ancor di più del fatto che bisogna iniziare proprio dal senso civico. Bisogna educare al rispetto, ai diritti e ai doveri. Sono pienamente d’accordo con lei sulla percezione che le barriere architettoniche derivino da quelle mentali. Capisco anche la disillusione e l’amarezza di Maria, e la percezione che si tratti di temi soggetti a facili strumentalizzazioni. Nonostante le esigenze di campagna elettorale che lei stessa ha vissuto sulla propria pelle, assistendo poi al silenzio successivo, ciò che io posso assicurare è che il mio intento è di lavorare per migliorare la qualità della vita di tutti, senza speculare sulle situazioni di bisogno, ma cercando di regalare a chi non ce l’ha una sempre maggiore autonomia e libertà. In più, credo anche che una città in cui si vive bene, è una città che attira turisti e nuovi abitanti, ed è una città che può diventare meta ambita per un turismo di nicchia che riguardi proprio persone che hanno ridotta possibilità motorie: lavoriamo affinché Modica sia patrimonio non solo dell’Umanità ma anche di tutti gli esseri umani.