Asili nido e tariffe impianti sportivi, parla la Rizza

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“Mi rendo conto dello stato di disagio da parte della cittadinanza – afferma il commissario Rizza – ma ciò che è stato deciso non è dipeso dall’impossibilità economica da parte di questo Ente di garantire i servizi. Questi provvedimenti sono scattati a causa della certificazione da parte del Ministero dello sforamento del patto stabilità. È inutile sottolineare che per ben due volte ho provato ad evitare questa penalizzazione, portando in consiglio comunale atti che mi sono stati bocciati. Da aprile è scattato il divieto assoluto per il Comune di procedere con assunzioni e l’obbligo di assoggettare a tariffazione i servizi a domanda individuale. Ho ritardato il più possibile, poiché tali procedure sarebbero dovute scattare dal primo di gennaio. Adesso era il momento più opportuno. Certamente non potevo sottrarmi a queste scelte poiché uno dei miei compiti prioritari è seguire le indicazioni della Corte dei Conti, ente al quale dovrò presentare una relazione dettagliata della mia attività a breve. La situazione dovrebbe sbloccarsi con l’entrata in vigore del cosiddetto ‘patto di stabilità verticale’, per cui – conclude – la prossima amministrazione potrà certamente concretizzare manovre compensative che vengano maggiormente incontro alle esigenze dei cittadini”.

“A queste condizioni non è possibile assumere personale per coprire eventuali malattie, permessi derivanti dalla 104 ed assenze dell’ultimo minuto. Il maggiore problema – afferma il dirigente dell’ottavo settore – è rappresentato dagli operatori socio-assistenziali. Il Comune ha a disposizione per i sei asili solo sette unità disponibili. Se dovessimo tenere conto dei rapporti imposti dalla normativa, 1/12, ne occorrerebbero ben 19. Per quanto riguarda gli educatori a breve avremo un ulteriore incontro – spiega – per capire quanti di questi insegnanti sarebbero disposti a seguire più bambini dei 6 previsti dalla legge. Certo – sottolinea Licitra – andremmo in corso a possibili responsabilità civili qualora dovessero verificarsi problemi”.

“Sempre a causa dello sforamento del patto di stabilità – afferma Distefano – i servizi a domanda individuale comunali, fra cui rientrano gli impianti sportivi, diventano soggetti a tariffazione e contribuzione da parte del privato. Ci siamo attestati alla percentuale minima imposta, ovvero il 36% dei costi per la gestione degli impianti. Una voce di spesa che, prescrive la legge, l’Ente non può più coprire con altre risorse. Sono esclusi dal provvedimento gli impianti coperti da convenzioni, come la piscina. Per gli altri – conclude – sarà possibile una scelta concertata con le società sportive se si riuscirà ad individuare quali strutture considerare esenti e contemporaneamente quali caricare maggiormente. Il totale dei ricavi infatti – conclude –dovrà rimanere invariato”.