Calabrese tira dritto, con la “benedizione” della segreteria regionale

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Sembrava dovesse arrivare la resa dei conti per il segretario cittadino del Partito democratico che invece esce indenne anche dal turbolento coordinamento tenutosi a Ragusa sabato scorso. Nonostante le dimissioni di quattro componenti su dieci della segreteria, accompagnato da un documento pieno di critiche dure, nonostante gli aspri interventi di diversi esponenti democratici quali Schininà, Accardi, Piruzza e dei consiglieri comunali Massari e D’Asta, Peppe Calabrese trova conforto in gran parte del coordinamento e nei due esponenti giunti da Palermo per sostenere ancora una volta le strategie politiche portate avanti dal Pd alle ultime elezioni amministrative.
Difesa a spada tratta da parte di Enzo Napoli, il quale ancora una volta ha sottolineato come le mosse scellerate dei cosiddetti dissidenti (Battaglia, Barone e tutti i rappresentanti del secondo circolo, peraltro assenti sabato pomeriggio) compiute poco prima delle elezioni hanno di fatto spaccato il partito rendendo ardua tutta la campagna elettorale.
Toni più distaccati quelli utilizzati dal segretario regionale Giuseppe Lupo, il quale ha incentrato il proprio intervento sulla coerenza del partito che a livello regionale ha inteso costruire un quadro di alleanze politiche coerenti con la maggioranza che sostiene all’Ars il Presidente Rosario Crocetta.
Tira dritto quindi Calabrese, aspettando il congresso fissato verosimilmente subito dopo l’estate.
“Sabato abbiamo preso atto del dissenso di una parte del partito e delle dimissioni di quattro componenti su dieci della segreteria, ma anche delle non dimissioni del Segretario”. Questo il commento del consigliere comunale Mario D’Asta.
“Il Pd non è riuscito a costruire un patto con la città, un patto che sapesse dare una speranza, parlare all’anima dei Ragusani e offrire delle proposte concrete. Si è fatto promotore invece di una proposta politica intrisa di contraddizioni al primo turno, contraddizioni e forzature che sono aumentate al secondo turno.
Se non rimettiamo al centro la politica, con la elaborazione di una idea di città che sappia parlare a tutti gli strati sociali e a tutte le articolazioni economiche, questo partito continuerà a sbagliare. Rimango convinto, insieme ai tanti democratici renziani e non – conclude D’Asta – della necessità da parte del Pd di Ragusa di lanciare un segnale forte, segnale che si aspettano non solo gli elettori e gli iscritti, ma la città tutta”.