Filippo Spataro: “Voglio essere il sindaco del dialogo”

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Da quando ha messo piede al Comune di Comiso, nella sua stanza non ha ancora avuto fine la processione dei cittadini, che si è dato il compito di ascoltare, sebbene non sempre sia possibile trovare una soluzione ai loro problemi. Oltre a questo, il neo sindaco di Comiso Filippo Spataro ha subito trovato sulla scrivania un bel po’ di questioni urgenti, che in queste settimane ha già cercato il modo di affrontare.

 

Prime tre settimane al Comune di Comiso. Qual è stato l’impatto sia con la situazione della macchina comunale sia con la situazione dell’ente? Se dovessimo compilare la “cartella clinica” del Comune di Comiso al momento del suo insediamento, cosa dovremmo scrivere?

Direi che stiamo aspettando la diagnosi! Nel momento in cui mi sono insediato, ho subito dato mandato agli uffici del settore finanziario e ai revisori dei conti di fornirmi una “fotografia” dello stato dell’arte, non foss’altro che per segnare una cesura tra il prima e il dopo il momento del nostro insediamento. Sono in attesa che questa documentazione mi venga consegnata, per avere una visione d’insieme effettiva.

Nel frattempo, per quanto riguarda la macchina amministrativa, come supponevamo abbiamo trovato una situazione infiacchita e sfilacciata: gli uffici sono stati lasciati in balia di sé stessi, privi di programmazione e coordinamento. Non è certo colpa dei dipendenti, ma è mancata una organizzazione tale da dar loro il senso di una piena appartenenza ad una macchina che ha il compito di guidare la città.

 

Ma basta una “riorganizzazione” per cambiare questa situazione?

Non sarà semplice, ma questo processo non potrà protrarsi a lungo. Vogliamo che gli uffici tornino ad essere al servizio dei cittadini e che il Comune torni la casa dei cittadini. Peraltro è nostra ferma intenzione digitalizzare completamente il Comune, in modo che basterà entrare nel nuovo portale del Comune per rendersi conto dei regolamenti, dell’organizzazione, dei tempi, delle responsabilità. Questa è la nostra idea di Comune trasparente.

 

Non è facile, però, che un Comune possa effettivamente dimostrarsi “amico” dei cittadini, quando la prima percezione che i cittadini stessi ne hanno è quella di un Ente che “chiede” tasse su tasse in un momento di crisi così grave. Quale può essere l’approccio giusto da parte di un’Amministrazione?

I cittadini di Comiso hanno capito perfettamente qual è lo stato di fatto del nostro Comune e in particolare che la situazione di dissesto finanziario impone il massimo livello di tassazione, su cui non si può intervenire.

L’unico margine di intervento ce lo abbiamo sulla Tarsu (ormai Tares) perché se riusciamo a ridurre il costo del servizio, riduciamo anche il costo a carico dei cittadini: per questo stiamo cercando di indire una nuova gara per la raccolta differenziata, anche per un periodo molto lungo che ci consenta di ottenere il massimo ribasso possibile, e di studiare nuove forme di incentivazione.

In ogni caso ciò che è più importante è rimettere in moto lo sviluppo economico, attraverso innanzitutto i settori dell’agricoltura e dell’edilizia, per creare nuove opportunità di lavoro.

 

Il Comune di Comiso si trova in uno stato di dissesto finanziario. Qual è, ad oggi, il grado di salute finanziaria dell’ente, quali sono i suoi spazi di manovra e come si sta muovendo per il bilancio di previsione 2013?

La passata Amministrazione non è riuscita a riequilibrare i bilanci del 2011 e del 2012: abbiamo appena ricevuto una comunicazione della Corte dei Conti che ci dà tempo per intervenire fino alla fine di agosto, dopo di che potremo pensare di amministrare in una condizione di maggiore “normalità”. Purtroppo finché i bilanci non saranno approvati in una forma stabilmente riequilibrata, potremo fare molto poco.

 

Tra le grandi sfide che si trova a gestire c’è quella dell’Aeroporto. Non sono mancate le polemiche intorno all’inaugurazione in piena campagna elettorale. Ma adesso? E lei da sindaco, cosa vede nel futuro di questo aeroporto?

Non ci rimangiamo una sola parola di quanto sin qui detto, ma ora dobbiamo guardare avanti: l’aeroporto inizia a diventare sul serio operativo e il Comune ha una grossa responsabilità. Perciò faremo tutte le scelte opportune affinchè la fase di startup venga gestita nel migliore dei modi e affinchè non si sprechi un’occasione che non è storica solo per la nostra città, ma io direi per la Provincia e l’intera area mediterranea.

Per il futuro, sono convinto che il nostro aeroporto abbia una sua personalità, suoi progetti, sue prospettive, per cui dovremo anche fare in modo che si instauri un rapporto di sintonia ma non di sudditanza nei confronti dell’aeroporto di Catania.

Su questo progetto i nostri concittadini hanno risposto grandi aspettative: abbiamo il dovere di non deluderle.

 

C’è anche un problema legato all’infrastrutturazione esterna e alla viabilità legata dell’aeroporto, che ruolo avrà il Comune?

Dobbiamo lavorare a un nuovo Piano regolatore generale e rivederlo in ragione delle infrastrutture. Inoltre dovremo lavorare a un piano turistico. Per fare tutto questo è fondamentale la sinergia con tutte le altre istituzioni e gli altri Comuni. Voglio pormi come un sindaco del dialogo e avviare una seria collaborazione con tutti gli altri soggetti che lavorano sul territorio.

 

Veniamo alla squadra assessoriale. Oltre alle deleghe, ha dato ai suoi assessori anche i “compiti”?

Non ce ne è stato bisogno. La mia squadra è un mio personalissimo successo e un mio vanto: sono tutte persone brillanti, capaci, che hanno capito il ruolo che sono chiamati a rivestire e lo stanno facendo nel migliore dei modi. Sono in perfetta sintonia con il mio modo di fare, che è quello di assumere un profilo di umiltà e di assoluta disponibilità. Nonostante la giovane età di tutti, c’è una carica di entusiasmo in questa squadra, che saprà tramutarsi in risposte per la città.

 

Umanamente, cosa comporta questo cambio di punto di vista rispetto alla propria città?

E’ vero, la si vede diversamente. Fare il sindaco vuol dire relazionarsi profondamente con la città, comprenderne i bisogni attraverso i numerosi cittadini che vengono a sottoporti problemi e in alcuni casi vere tragedie: in questo momento, è chiaro, c’è una situazione particolarmente drammatica e vorresti aiutare tutti, ma sai che non puoi farlo. Mi colpisce però la dignità con cui si chiede aiuto: questo avere la schiena dritta è ciò che mi rende orgoglioso di essere sindaco. Stiamo cercando di trovare soluzioni, ovviamente non per dare risposte ad personam, ma per dare alla nostra comunità la possibilità di ritrovare la propria serenità e felicità.

 

Una nota bene puramente politica: lei non ha mai nascosto il suo orientamento “renziano”, all’interno del Partito Democratico. Come pensa che il PD debba affrontare il prossimo congresso, dal livello locale a quello nazionale?

Sono renziano, ma ho mai apprezzao il tminie rottamazione. Il tema del ricambio generazionale a Comiso non è né tema di simposio, né di titoli sensazionalistici: semplicemente, è realtà. Non si possono fare passi indietro: nel rispetto delle esperienze a cui attingere, le nuove generazioni devono mettersi in gioco. Se la gente si è allontanata dalla politica, in realtà è anche perché ha dimostrato questa voglia di cambiamento. Il caso di Comiso è emblematico: la partecipazione straordinaria alle primarie dimostra che quando la gente vede qualcosa che suscita in loro la speranza di un vero cambiamento, si sente nuovamente chiamata a partecipare.