Il Muos? “Non fa male alla salute”

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“I risultati delle misure sperimentali effettuate dall’Ispra indicano che tutti i limiti previsti dalla legislazione italiana in materia di protezione della salute umana dai campi elettromagnetici sono attualmente rispettati in larga misura”.

Con queste parole l’attesissima relazione conclusiva dell’Istituto Superiore di Sanità ha attestato che le emissioni delle antenne satellitari del Muos di Niscemi sono dentro i limiti di legge.

Una brutto colpo per il fronte “No Muos”, che metteva i rischi della salute all’apice delle controindicazioni per la costruzione dell’impianto: preoccupazioni che la settimana scorsa erano state accolte anche dal Tar di Palermo che aveva respinto le richieste di sospensiva presentate con due ricorsi del ministero della Difesa contro la Regione che tendevano a far riprendere la costruzione del Muos.

La relazione prosegue specificando che “non sono prevedibili rischi dovuti agli effetti noti dei campi elettromagnetici” e “anche nell’ipotesi, poco probabile, di un puntamento delle antenne paraboliche a livello del terreno, o comunque nelle direzioni di persone che potrebbero essere esposte al fascio principale, si ritiene che tali rischi possano essere considerati del tutto trascurabili”.
Per quanto riguarda le possibili interferenze su apparecchiature elettromedicali “non sono prevedibili particolari problemi”. Nessun rischio, prosegue la relazione, anche per dispositivi come “pacemaker e defibrillatori cardiaci impiantati”. Tuttavia, l’Istituto superiore di Sanità sottolinea che “la natura puramente teorica delle valutazioni qui riportate impone comunque la necessità di verifiche sperimentali, successive alla messa in funzione delle antenne del sistema Muos, qualora quest’ultime vengano affettivamente installate”.

Intanto, l’avvocatura dello Stato ha presentato ricorso del ministero della Difesa al Consiglio di giustizia amministrativa. L’avvocatura rileva “il grave e irreparabile pregiudizio derivante dalla mancata osservanza degli accordi internazionali” e ribadisce che, nelle more della pronuncia sulla messa in funzione del Muos, si chiede di montare solo la struttura senza mettere in azione le antenne. “Appare utile segnalare – si legge nel ricorso – che il sistema impegna appena lo 0,0085% della Sughereta di Niscemi. Richiamare il principio di precauzione è quindi del tutto inappropriato. Da ultimo, non può non rilevarsi l’obiettiva inconsistenza giuridica dell’assunto secondo cui sussisterebbero seri dubbi in ordine alla pericolosità del sistema rispetto al traffico aereo”.