SpM, il Pd striglia Abbate: “Se vuole tenere i servizi, deve trovare i soldi”

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Il sindaco di Modica ha inventato lo spettro dei licenziamenti alla SpM e ha inventato pure il modo di scongiurarlo, sta facendo tutto da solo!

 

E’ innanzitutto necessario ricordare che i fatti stanno diversamente dalla versione che è stata ricostruita in questi giorni.

Il programma dell’Amministrazione Buscema sulla SpM non prevedeva alcun licenziamento, ma solo una riduzione temporanea del reddito, compensata dal ricorso ad ammortizzatori sociali, per la massima tutela possibile dei lavoratori.

Il piano industriale, elaborato con la consulenza del dott. Barbaro, esperto nominato dal presidente della società, prevedeva in particolar modo il ricorso a un “contratto di solidarietà”, con la riduzione temporanea dell’orario di lavoro per i dipendenti (già a partire dal 2014 era previsto un progressivo incremento della spesa pubblica per la SpM), che avrebbero potuto però beneficiare di altri strumenti di sostegno (ad esempio corsi di formazione professionale). Questa impostazione avrebbe sicuramente messo in sicurezza sia i lavoratori, sia la società, sia il rispetto del Piano di riequilibrio: dopo averla avviata, ricorrendo a tutti gli strumenti certamente applicabili, si sarebbe potuto tentare il ricorso anche a tutte le altre strade – in verità tanto auspicabili quanto difficilmente praticabili – come la richiesta della Cassa integrazione in deroga.

 

Ma è ancora più necessario far rilevare che la situazione attuale, determinata dalle scelte della nuova Amministrazione, rischia di essere molto problematica.

In questo momento, infatti, la SpM sta erogando servizi operando a pieno regime, come se il Consiglio comunale non avesse ridotto la spesa per la società nel bilancio del 2013: ad agosto le somme disponibili si esauriranno e, se non reintegrate, cominceranno a formarsi dei debiti fuori bilancio.

Inoltre il “contratto di solidarietà” previsto nel piano industriale a questo punto non sarebbe più sostenibile finanziariamente, perché bisognerebbe ridurre l’orario di lavoro dei dipendenti di oltre il 60%, cosa incompatibile sia con la normativa che con la necessità di garantire alcuni servizi essenziali. D’altra parte, però, il ricorso alla Cassa integrazione in deroga è un’ipotesi assolutamente aleatoria in quanto l’accordo quadro siglato a livello regionale tra Governo e sindacati esclude questa possibilità per le società interamente pubbliche: anche qualora il nuovo sindaco fosse capace di fare una forzatura “politica”, le risorse stanziate per la Sicilia non sarebbero più sufficienti e anche le nuove che dovessero arrivare, dovrebbero essere distribuite secondo l’ordine cronologico delle richieste.

 

Dunque gli scenari possibili purtroppo sono ben altri rispetto a quelli che Abbate disegna. Senza voler essere catastrofisti, a meno di voler davvero tornare alla stagione dei debiti fuori bilancio contratti “con leggerezza”, la SpM potrebbe rischiare il fallimento ed essere messa in liquidazione, determinando la perdita del lavoro per i dipendenti.

In alternativa, se si vuole continuare a mantenere i servizi a pieno regime, il Consiglio comunale deve trovare 1,4 milioni di euro da destinare alla Spm e l’unico modo per evitare che ciò comporti una palese violazione del Piano di riequilibrio consiste nella riduzione di spese o nell’aumento di entrate.

 

Il “duro scontro” con la realtà del Comune di Modica, che il nuovo sindaco ha sperimentato domenica scorsa in Consiglio comunale e che ha cominciato a dimostrare come le sue promesse fossero irrealizzabili, non sembra sia bastato a consigliargli maggiore prudenza. Ma, così come tra sabato e domenica l’opposizione ha svolto un ruolo essenziale nel richiamarlo al dovere di consentire l’approvazione della rimodulazione del Piano di riequilibrio entro i termini previsti, ora siamo costretti a ricordargli che questo stesso Piano viene sottoposto al controllo della Corte dei Conti con cadenza semestrale e che ogni violazione e ogni azzardo comporteranno gravi rischi per il nostro Comune.

La responsabilità di garantire ordine e trasparenza nel Bilancio del Comune dev’essere la prima per ogni amministrazione che voglia dirsi una buona amministrazione. Quella guidata da Abbate ha ancora tutto il tempo per dimostrare di esserlo, ma non certo continuando a giocare con le aspettative dei lavoratori e dei cittadini.

 

PD Modica