“Cara scuola, quanto ci costi!”

3

Cara scuola…quanto mi costi! Archiviato il relax estivo i genitori sono alle prese con questo atavico problema che ogni anno assume caratteristiche più preoccupanti, soprattutto nell’ambito di famiglie monoreddito o dove, ancora peggio, i genitori sono disoccupati e/o precari. Il ritorno tra i banchi dei figli è, infatti, foriero di spese enormi. C’è da rinnovare il corredo scolastico con diari, astucci, penne, matite, album, quaderni, zaini e c’è soprattutto da acquistare i libri di testo. Nella più rosea delle previsioni le spese per gli accessori evidenziati poco prima si aggira sulle 80-100 euro ma quando si passa al capitolo dei libri c’è davvero di che rimanere tramortiti. Se i figli in età scolastica, poi, sono più di uno allora il problema si trasforma in dramma e uno stipendio di 1000 euro circa finisce per risultare appena sufficiente.  
“Il mio caso è emblematico” racconta una donna di Modica nel duplice ruolo di mamma e insegnante. Ho tre figli. La maggiore sta per frequentare il quarto anno del Liceo Classico, e gli altri due, che sono gemelli, hanno appena lasciato le scuole medie e stanno per intraprendere il cammino delle scuole superiori al Liceo Scientifico. Per mia figlia devo acquistare 13 libri, per i ragazzi 18 a testa. Potrò evitarne solo qualcuno, come quello di religione o educazione fisica sul quale magari studieranno insieme, ma per il resto vanno comprati tutti e sono circa 35 libri. Considerando che ogni volume costa, in media, dai 20 ai 30 euro, i conti sono presto fatti. Siamo sopra i mille euro, solo per i libri. La mia è una famiglia privilegiata, sia io che mio marito abbiamo un lavoro stabile, ma per chi non è fortunato come noi è un problema molto serio”.
Un problema che ha due soluzioni. La prima, decisamente tragica, è l’abbandono scolastico. La seconda è la ricerca spasmodica di libri di seconda mano. Complice la grave crisi economica degli ultimi anni il mercato del libro usato ha conosciuto ovunque una crescita esponenziale e se prima per qualcuno, soprattutto appartenente alla fascia media della popolazione, ricorrervi era quasi una vergogna adesso è una necessità.
All’inizio il rapporto di acquisto e vendita avveniva solo attraverso contatti privati e passaparola. Poi numerosi gruppi giovanili, spesso legati a movimenti politici, si sono attrezzati in tal senso e per venire incontro alle esigenze delle famiglie hanno dato vita a veri e propri mercatini dell’usato in luoghi e giornate ben precise,  di solito dai primi di settembre. Qui è possibile trovare i libri a metà prezzo. Infine anche le cartolibrerie si sono adeguate acquistando i libri dai privati, cui li pagano al 40% secondo un regolamento valido per tutti, e rivendendoli al 60% del prezzo di copertina di quest’anno. Ovviamente non vengono accettati i libri fuori produzione né quelli ridotti troppo male.  
E non c’è alcuna differenze tra scuole medie inferiori e superiori. Il fenomeno le riguarda allo stesso modo perché non è previsto alcun aiuto dallo Stato nonostante, in parte, si tratti di scuola dell’obbligo. Discorso differente, invece, va fatto per le elementari dov’è previsto l’utilizzo delle cedole. Anche in questo caso, però, si registra un piccolo cambiamento. Prima, infatti, era la cartolibreria ad anticipare i soldi dei libri e a recuperarli non appena arrivavano le cedole. Adesso, invece, anche questa mansione è passata ai genitori.   
“Dall’anno scorso ad oggi abbiamo già notato un incremento del 30% nel mercato del libro usato” mi spiega la titolare di una cartolibreria di Vittoria. “Le richieste sono continue e solo se l’usato, al termine di una lunga attesa, proprio non si trova, si accetta di acquistare il nuovo, il cui prezzo è costantemente in salita. Per questo spesso ci cominciano ad arrivare prenotazioni già a giugno, perché con l’usato è così: chi arriva prima si accaparra il libro. E’ in netta crescita” continua “anche il numero dei genitori che ci portano i testi usati e che appartengono alle fasce medio-basse della popolazione. Solo quella alta continua ad indirizzarsi direttamente sul nuovo. Noi permettiamo ai nostri clienti anche di visionare con calma i volumi prima di decidere per l’acquisto ma siamo abbastanza tranquilli perché effettuiamo già una cernita a monte e sappiamo di offrire un buon prodotto. A questo proposito un triste, ma in parte comprensibile, fenomeno che salta agli occhi è il desiderio di “salvare le apparenze” da parte, soprattutto, della popolazione della fascia media, colpita dalla crisi solo di recente. Questa, paradossalmente, presta più attenzione alle condizioni della copertina che al contenuto e allo stato delle pagine. Non importa che all’interno il testo sia sottolineato a penna, se l’aspetto esteriore è buono lo si acquista. L’importante è che nessuno si  accorga che è un libro di seconda mano, quasi ci si vergognasse di ciò e di come la crisi ci ha messo in ginocchio”.
Viene da riflettere, ascoltando queste parole. Le spese per i libri e il corredo scolastico, infatti, non sono le uniche che le famiglie devono sostenere per mandare i propri figli a scuola e assicurargli una buona istruzione. Centinaia, se non migliaia, sono i ragazzi che devono viaggiare in autobus o in treno per raggiungere il proprio istituto scolastico con gli ulteriori costi degli abbonamenti che solo nei casi più fortunati vengono rimborsati e comunque ad anno scolastico ben inoltrato.
L’Italia, insomma, non è un paese per studenti…