Oltre 5 milioni per il Convento di Santa Maria del Gesù a Ibla

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Oltre 5 milioni per il Convento di Santa Maria del Gesù a Ibla. 

Finalmente il settore dei Beni culturali torna a mettere in moto appalti per 12 milioni di euro, che saranno destinati al recupero e alla riqualificazione delle aree archeologiche, e alla ristrutturazione di edifici, percorsi e allestimenti museali: ci sono interventi previsti a Palermo, Agrigento, Siracusa e questo, il più importante in termini di entità dell’investimento, a Ragusa.
 
Questa vera e propria boccata d’ossigeno per il sistema dei beni culturali siciliani è stata possibile grazie all’attivazione di finanziamenti statali e fondi residui europei.

La Soprintendenza di Ragusa ha già predisposto il progetto definitivo, per un valore complessivo di 6 milioni e 980 mila euro. La gara viene espletata dall’Urega, con una base d’asta di 5.227.050 euro. Le offerte dovranno pervenire entro il 22 novembre. Chi se la aggiudicherà avrà 60 giorni di tempo per completare il progetto esecutivo e 640 per i lavori. “Il progetto preliminare – spiega il Rup del progetto, l’architetto Giorgio Battaglia, della Soprintendenza di Ragusa – è stato realizzato attraverso un concorso di progettazione ed è stato poi reso definitivo, grazie al lavoro dell’architetto Giovanna Susan e del dott. Silvio Cassarino. Per la prima volta si applica effettivamente un percorso previsto dalla legge, che è quello dell’appalto integrato, nell’ambito del quale noi abbiamo fornito il progetto definitivo, seppur già corredato da tutti i pareri, e l’impresa lo renderà esecutivo, con la possibilità di proporre soluzioni migliorative. L’idea – spiega Battaglia – è quella di trasferire al Convento di Santa Maria del Gesù il Museo Archeologico di Ragusa, che attualmente ha una collocazione davvero angusta e una davvero limitata possibilità di accesso. Con questo progetto pensiamo non solo ad un allestimento innovativo, ma, grazie al trasferimento a Ibla, innanzitutto alla possibilità di attirare numerosi turisti, anche grazie agli spazi destinati alle mostre temporanee. Inoltre, dietro questa soluzione c’è un’idea ben precisa: mentre nel Museo sono raccolte tutte le testimonianze antecedenti al terremoto del 1693 e il Convento stesso lo è, dato che risale agli anni 20 del ‘600 e che abbiamo scelto di lasciare in evidenza le grandi lesioni lasciate dal terremoto, il turista che lo visita e che poi esce a visitare Ibla, che nasce dalla ricostruzione post-terremoto, ha la possibilità di attraversare l’intero racconto della storia del territorio”.