La Camusso a Pozzallo per commemorare i migranti: “Caduti nella battaglia della vita”

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Pochi istanti, una cerimonia sobria con il lancio di una corona d’alloro con la fascia tricolore nel mare antistante il cinema. Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, è poi rimasta per qualche minuto in silenzio, ad ammirare quel mare piatto in una giornata di sole. Quel mare che, pochi minuti prima Samia Charroui, tunisina da vent’anni in Italia, aveva definito un cimitero che custodisce “i caduti nella battaglia della vita”. E’ stata la stessa Camusso a spiegare il senso della sua presenza a Pozzallo. “Sono voluta venire qui – ha detto – non tanto per verificare la situazione, perche sappiamo bene che le Istituzioni, le Forze dell’ordine, la popolazione affrontano da lunghissimo tempo l’emergenza, dimostrando una straordinaria capacità di accogliere perchè la prima risposta è quella umanitaria. Però la grande volontà, la grande disponibilità si scontra con meccanismi che dal punto legislativo e delle norme hanno tempi e scelte che determinano le emergenze nel territorio. Credo fosse giusto essere qui con chi si confronta ogni giorno con tante difficoltà, per ricordare come questo un mare, per tanti, dove si perde la speranza. Bisognare rimettere in fila scelte che vanno fatte a partire dalla questione delle richiesta di asilo che non diventi una tragedia ma un’occasione. C’è il grande ostacolo del reato di clandestinità e della legge Bossi – Fini e quello della legislazione per la richiesta d’asilo che può rimanere un’attesa infinita per una risposta”. A chi le chiedeva un commento sulle dichiarazioni d’impegno da parte dell’Europa sulla questione immigrazione, il segretario della Cgil ha risposto: “I tempi dell’Europa su questa materia sono troppo lunghi. Noi non siamo le coste di un solo Paese, siamo le coste dell’ingresso in Europa, e quindi non è sufficiente dire solidarietà se questo non si traduce in comportamenti. In ogni caso nessuno può farsi alibi dell’Europa. Il nostro Paese ha una serie di problemi da risolvere. Bisogna poi continuare ad impegnarsi tenendo pressione all’Europa perchè decida”. Prima del lancio dei fiori, Samia aveva tenuto un ricordo in memoria di quelle venticinquemila persone morte nel Mediterraneo tante sarebbero le vittime dei “viaggi del destino” dal 1991 ad oggi. “Persone che lasciano qualcosa di più terribile di qualsiasi altra morte” ha ammonito prima di chiedersi “fino a quando” si dovrà assistere a simili tragedie. “Rischiano la vita – ha aggiunto – per non dover morire sotto le bombe, per smettere di vivere una vita che non è degna di questo nome”. “A voi, fratelli e sorelle, caduti nel silenzio, promettiamo solennemente di impegnarsi per un futuro diverso”. Al termine della cerimonia si è tenuto, al Cine Giardino, il dibattito sul tema “Soccorrere in mare, non è reato”. Con la Camusso i vertici regionali, provinciali e locali della Camera del Lavoro.