Allarme bambini poveri nel ragusano

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“Avanti ma rassi quacchi cosa”. Tuta da ginnastica sgualcita, un berrettino in testa, due occhi svegli di chi sa già cavarsela da solo anche in situazioni “imbarazzanti” per un bambino della sua età. Ripete la litania tre o quattro volte, la signora della rosticceria gli ricorda che già qualcun altro della famiglia è passato a chiedere. E non è la prima volta. Alla fine cede: “Chi vuoi?”. Prende un arancino sfornato pochi istanti prima, lo raccoglie come una “preda” e va via. “Non ti fari virri cciu”. Modica, venerdì sera, a pochi passi dal palco della festa del cioccolato. Il protagonista è un bambino di sette al massimo otto anni. E’ già bravo a chiedere l’elemosina, che prende la forma di un arancino. Poco dopo, lungo gli stand del “ChocoModica” un coetaneo chiede un’offerta. Tutti e due sono del posto, non i “soliti” rom che farebbero archiviare i due episodi come “normali”. Il disagio aumenta, e a pagarne le conseguenze sono i bambini. Il rapporto “L’Italia SottoSopra” diffuso ieri da Save the Children, l’associazione che da anni si batte per la difesa dei diritti dell’infanzia, ha diffuso i dati sulla povertà in Italia. Nel Belpaese un milione di bambini è povero, il rapporto è di uno a dieci. Sono 175.000 pari al 19,3% – il dato più alto d’Italia – i minori che vivono in povertà assoluta in Sicilia; il 13,9% in tutte le regioni del Sud, +%3% nel 2012. Nel rapporto, una scheda è dedicata ai “figli del default”, sono i bambini che vivono in città in pre dissesto o in dissesto. Per la provincia di Ragusa vengono indicate Modica e Comiso. Ma nel rapporto c’è anche un altro dato che riguarda il territorio ibleo nel suo complesso, ed è quello dei nati da “mamme teen”, ossia mamme con meno di vent’anni. Ragusa è tra le fasce più precarie, con una media di 22,1 bambini nati da madri giovanissime ogni mille nuovi nati. C’è anche un altro dato che appare, invece, più rassicurante, e riguarda l’impegno contro la dispersione scolastica, fenomeno altamente diffuso tra bambini di origine straniera, ma anche tra gli Italiani. Tra Modica, Ragusa e Vittoria c’è una discreta rete per la lotta a questo fenomeno. Il rapporto di Save the Children evidenzia che in Sicilia, la condizione di svantaggio sempre più spesso va di pari passo con una contrazione dei servizi socio-educativi e socio-sanitari: per esempio è diminuita la percentuale di bambini presi in carico dagli asili pubblici (-0,2%), per un totale del 5,3%, e una contrazione riguarda anche il numero di consultori, ridottisi di otto unità. Il 24% di ragazzini di 8-9 anni è in sovrappeso e il 13,4% in condizioni di obesità: il cibo buono costa e il 71% delle famiglie con minori ha tagliato la quantità e qualità per almeno un bene alimentare.

 

[Fonte: Giornale di Sicilia]