Unioni Civili, la posizione del Megafono: “Si avvii un dibattito costruttivo”

0

Una legge per regolamentare le unioni civili e le coppie conviventi. Se ne discute da tempo, nelle ultime settimane il nostro segretario nazionale, Matteo Renzi, ha fatto si che il tema tornasse sotto i riflettori e lo scorso 13 dicembre è stato presentato in Senato un DDL firmato dal PD insieme a Scelta Civica il cui testo prevede, tra le altre cose, di istituire il registro delle Unioni Civili con all’interno l’equiparazione di tutti i diritti, anche quelli economici.

 

Era prevedibile che anche nel nostro contesto qualche levata di scudi e qualche presa di posizione ci sarebbe stata, del resto a breve del delicato argomento ci occuperemo anche noi in consiglio comunale a Vittoria. Si tratta di un tema importantissimo che in Italia, per motivi religiosi e culturali, è stato sempre schivato, rimandato e mai affrontato fino in fondo.

 

Ci provò il governo Prodi con i DICO, qualche anno fa, ma come ben sappiamo la legge non vide mai la luce mentre la maggior parte degli stati europei e del mondo ha già legiferato in tal senso  arrivando a conclusioni più o meno condivisibili.

 

Noi, nel nostro piccolo, in consiglio comunale, non possiamo che compiere un atto simbolico, come tantissime altre città italiane, nell’attesa che venga fatta una legge capace di scuotere le coscienze e dare il giusto risalto e i giusti riconoscimenti a situazioni umane e familiari che si discostano da quelle che molti considerano “normali”, ma non tutti.

 

La mia personale opinione è che il matrimonio debba rimanere il perno centrale attorno al quale due soggetti si assumono gli stessi diritti e gli stessi doveri davanti allo Stato e a Dio (chi è religioso) facendo una scelta di vita che va premiata. Ma poiché  nessuno dovrebbe essere privato dei propri diritti sulla base dell’orientamento sessuale, e tantomeno della possibilità di ricreare una famiglia per pagare scelte precedenti, al fine di conferire solidità ad una scelta di convivenza credo che anche noi italiani dovremmo cominciare a riconoscere ufficialmente le “diversità”. Un paese civile non risolve i problemi negandoli ma affrontandoli e, soprattutto, regolamentandoli.

 

Ben vengano, quindi, i registri civili che rappresentano un segnale di apertura al dialogo e gettano le basi per riconoscimenti legali in futuro. Ritengo che sarebbe, inoltre, quantomeno auspicabile che prima che l’ordine del giorno approdi in consiglio tutti i partiti iniziassero a dibattere sul tema, a cominciare da noi stessi e da SEL, con cui, sono sicuro, condividiamo la stessa linea di pensiero.

                                                                                                  

                                                                   Giuseppe Scuderi

                                                   Capogruppo Lista Megafono di Vittoria