Giovanni Iacono a tutto campo: “Ora serve un cambio di marcia”

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La Giunta comunale ed il consiglio superano la boa dei primi sei mesi di attività. Il presidente Giovanni Iacono fa un’ampia disanima della gestione a Cinque stelle, nata dall’ampio consenso popolare attorno a tre movimenti politici, tutta ancora da saldare, ed innalzata sull’onda del rinnovamento di Palazzo dell’Aquila, strada tutta in salita, tra Bilancio, Tares e Imu.

 

Qual è il suo giudizio sull’operato dell’amministrazione Piccitto?

Considerate le grandi problematiche ereditate e il fatto che nessuno dell’amministrazione aveva avuto esperienze né amministrative né consiliari ritengo che il giudizio, con molta obiettività, sia sicuramente positivo per tutti, a cominciare dal sindaco. Non dimentichiamo che la nuova Giunta ha trovato lo sforamento del patto di stabilità con le conseguenze che esso comporta, ha trovato praticamente tutti i servizi e le forniture scadute o in scadenza, in modo particolare in un settore delicatissimo come quello dei Servizi sociali. Ed ancora un bilancio con milioni di euro di bollette pregresse non pagate, riduzioni dei trasferimenti statali e regionali per oltre 13 milioni di euro, situazioni gravi e difficili nel campo tecnico ed urbanistico, infine una macchina amministrativa che necessita in moltissimi settori di essere rivista. Poi le scelte hanno portato a tre dirigenti in meno e al cambio del Segretario generale. Detto questo è anche chiaro che la decisione del Movimento 5 stelle di avere una giunta monocolore e di non fare apparentamento tecnico con i due movimenti che al ballottaggio avevano deciso di sostenere Federico Piccitto è stato ‘conveniente’ al M5s in termini di rappresentanza consiliare ma non lo è stato in termini di maggiore corresponsabilità, condivisione e contributo diretto amministrativo. Tale coinvolgimento avrebbe evitato senz’altro qualche decisione o provvedimento affrettato e, probabilmente, a qualche modifica di delibera in meno.

 

La Giunta ha secondo Lei superato la fase di rodaggio tecnico ed è riuscita ad entrare dentro le questioni fondamentali di Palazzo dell’Aquila?

Sì, ritengo superata questa fase di ‘apprendimento’ e non più procrastinabile un forte cambio di ‘marcia’. Dopo la dannosa ‘ubriacatura’ delle ‘Raguse grandi’, la città, che ha fatto soffiare un radicale e forte ‘vento’ di cambiamento, ha bisogno di riprendere la normalità, di riprendere il cammino delle opportunità nel lavoro e nella dignità, dello sviluppo di una comunità dove a prevalere dovranno essere i più deboli e non i più furbi, del servizio in politica e della buona amministrazione.

 

Quanto ha influito la scelta dei 5 stelle di affidarsi ad assessori “tecnici” individuati tramite bando?

Non ho avuto la percezione che gli assessori siano ‘tecnici’, ad esclusione forse di uno.

 

Quali le istanze che a suo giudizio dovevano avere la priorità e sono state accantonate? Quali gli interventi centrati?

Le priorità sono state purtroppo dettate dalle emergenze, dallo sforamento del patto di stabilità e da un bilancio ereditato. La Giunta, pur nelle difficoltà e in poco tempo, ha cominciato ad affrontare i temi legati all’apparato burocratico-amministrativo ed ha assunto scelte importanti nel non rinnovare contratti a dirigenti, nello stop alle posizioni organizzative per introdurre strumenti meritocratici, nell’indire bandi per nuove assunzioni. Si sono riavviati i servizi interrotti nel campo sociale dove comunque ci sono ancora da avviare molte progettualità e da ‘lubrificare’ la macchina organizzativa ed amministrativa. Sono state fatte scelte nel campo dei diritti civili in largo anticipo rispetto alle tematiche che oggi sono ancora oggetto di dibattito nazionale (penso al testamento biologico e alle unioni civili), si sono creati in larga parte del territorio comunale hotspot wi-fi e quindi punti di accesso libero ad internet, una vera e propria rete pubblica gratuita. Si è progettato il nuovo servizio per il trattamento e la raccolta dei rifiuti che si concretizzerà nella gara a breve espletata, si sono date le linee direttive per una diversa gestione del territorio (anche ritirando le osservazioni al piano paesaggistico) e del consumo di suolo agricolo.

 

E’ verosimile l’ipotesi di un rimpasto con ingresso di due assessori politici, espressione degli alleati?

Tengo a ribadire, rispetto a ciò che in qualche giornale si legge, che finora non vi è stata alcuna alleanza organica. L’alleanza c’è quando si compartecipa alle scelte amministrative, ci si incontra e ci si confronta su tutto ma ancora questo non c’è stato perché la Giunta è stata monocolore. Sono stati dei mesi però nei quali è cresciuto il rapporto di collaborazione e di stima con l’intero gruppo consiliare del Movimento 5 stelle e con il rappresentante di Movimento città, mesi nei quali si è consolidato il dialogo con Federico Piccitto, con il quale ho un legame di amicizia antecedente alla sua elezione e so che è persona intelligente, attiva, idealmente orientata e non ha una visione autoreferenziale. Sono quindi certo che il primo cittadino vuole dare un forte impulso al programma amministrativo condiviso durante il ballottaggio. E’ proprio il programma infatti lo strumento di vera ‘alleanza’ e finora, di questo documento politico comune, solo pochissimi punti sono stati attuati. La nostra alleanza e il nostro sostegno passa dalla piena concretizzazione delle intenzioni programmatiche che abbiamo presentato agli elettori. Non conosco altre ‘strade’.

 

Passando al consiglio comunale, qual è la percezione della qualità delle discussioni in aula?

E’ un’assise molto rinnovata, dove 24 su 30 sono persone diverse rispetto al consiglio precedente. Spero, sempre più, che la città si possa riconoscere nel consiglio comunale e partecipare attivamente ai lavori e alla vita dell’aula. Per la prima volta trasmesso anche via streaming, il consiglio si è insediato, ha messo in funzione le proprie commissioni e procede a sedute della durata media di 6 ore con punte di durata di 20 ore ininterrotte e con la durata minima di 3 ore e ½ per le sedute ispettive. I lavori intensi hanno prodotto 39 deliberazioni, hanno cambiato regolamenti che non venivano modificati da quasi 30 anni confermando i propositi del consiglio di essere ‘riformista’ anche sul proprio funzionamento. I ‘nuovi’ consiglieri sono giovani ed hanno dimostrato capacità di coesione e impegno. Sei mesi sono pochi ma siamo già molto soddisfatti e al compimento del primo anno ne riparleremo.

 

L’assenza di cosiddetti “politici di lungo corso”, secondo i 5 stelle una ottima cosa, si avverte?

C’è necessità di inesperienza e di novità e c’è bisogno di buon senso e di esperienza che, anche per Leonardo da Vinci, è ‘sapienza’. Ma principalmente c’è bisogno che tutti abbiamo lo stesso orientamento all’agire per il bene comune con l’onestà dei mezzi e la bontà dei fini.

 

Da Presidente crede che ci sia stato il tempo e lo spazio di approntare una nuova stagione politica?

Non avrei mai pensato di fare il presidente del Consiglio, oggi mi ritrovo a farlo e ne sono onorato. In questi anni ho dato moltissimo in termini di impegno da Consigliere di opposizione e tutti i consiglieri, di qualsiasi ‘colore’ politico, con i quali ho condiviso l’esperienza ritengo che con molta onestà riconosceranno la dedizione e la passione con la quale ho svolto il mio servizio. La parte meno ‘piacevole’ è stata l’impegno nella vita di partito, da dirigente, che mi ha dato grandi gratificazioni sul ‘campo’ e sulla ‘trincea’ con tantissime ‘battaglie’ politiche condotte ma della quale non ho più voglia. Non mi si vedrà più partecipe in ruoli gestionali pur mantenendo un grande rispetto per il ruolo democratico dei partiti politici che non rappresentano certo il ‘fine’ della politica ma solo ‘mezzi’ per avvicinare i cittadini alla cosa pubblica.

 

Le scadenze impellenti, tra Bilancio e Piano spesa della legge su Ibla, hanno ingessato l’attività consiliare o ne hanno ampliato la concretezza?

L’impellenza ha influenzato negativamente sulla possibilità di condivisione degli aspetti generali dei provvedimenti in esame, ma non vi è stata alcuna ‘ingessatura’ dell’attività consiliare che è stata, pur estenuante, ampiamente democratica e capace di essere pienamente concreta. Tutti hanno avuto la possibilità di esprimere lungamente ed estensivamente le proprie idee.

 

Quale il ruolo dell’opposizione?

Un ruolo fondamentale, un ruolo di vigilanza e di indirizzo che serve a chi deve amministrare ad amministrare meglio. Essendo un ruolo essenziale ed importante necessita in chi lo svolge una profonda onestà intellettuale e un approccio che deve essere improntato, sempre, sul coraggio delle scelte nel perseguimento dell’interesse generale e mai alla mera avversione per soli interessi di parte.

 

Come vive il doppio ruolo presidente e esponente del movimento Partecipiamo?

Ogni tanto in Consiglio con difficoltà, perché il ruolo di presidente e di super partes mi impone di limitare i miei interventi e/o dissensi nei confronti di certe affermazioni provenienti dalle file dalla minoranza ma anche della maggioranza e della Giunta.

 

Cosa c’è in agenda nei prossimi mesi? Quali le prospettive per la città di Ragusa?

Ho una visione localistica ma anche europea più che romanocentrica o palermocentrica, anche perché penso che l’Europa sia davanti ad uno snodo fondamentale per capire se c’è futuro. Credo molto all’impegno per l’energia sostenibile che creerà opportunità di lavoro. Il Patto dei sindaci e il piano di azione per l’energia sostenibile, che sono progetti europei, rappresentano una concreta potenzialità di sviluppo locale capace, finanziariamente, di creare nell’immediato buona e sana occupazione che possa alleviare le gravissime condizioni economiche di parte della popolazione e rimettere in moto l’economia di piccole e medie imprese. Iniziative inoltre importanti per l’obiettivo di aiutare il pianeta, visto che la temperatura globale è aumentata da 3 a 6 decimi di grado centigrado a causa della concentrazione di anidride carbonica, con conseguenze disastrose a livello climatico. Non più sviluppo contro il benessere quindi ma sviluppo dal benessere. Altro lavoro si otterrà dal ciclo dei rifiuti ma lo sforzo più grande, lo dico da sempre, dovrà venire dalla nostra capacità di dare vita a progetti collettivi, dallo sviluppo comunitario, dalla fiducia collettiva, unica condizione che crea felicità pubblica attraverso i terreni etici, civili e morali. Questa è la vera sfida: Ragusa deve uscire dalla trappola dell’invidia e dell’individualismo per ‘entrare’ nella dimensione della fiducia e della progettualità generosa. Agendo ‘insieme’ la crisi si trasforma in fecondità e la rabbia in opportunità!