Unioni civili, la posizione di Mario D’Asta

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Ieri sera, in occasione della seduta del Consiglio comunale convocata per l’approvazione dell’istituzione del Registro delle Unioni civili, ho valutato di fare una scelta secondo coscienza dando, tra l’altro, continuità alla linea del nuovo PD nazionale, dunque di votare favorevolmente.

Non posso astenermi tuttavia dal far notare l’arroganza con cui la maggioranza ha deciso di portare avanti la seduta e di giungere rapidamente all’approvazione del punto, ignorando pressoché del tutto, la richiesta di un pezzo importante di società civile che ieri ha avanzato legittimamente, attraverso una petizione popolare supportata da oltre 550 firme, la proposta, manifestando la necessità e la volontà di riflettere maggiormente sull’atto e di farlo, ancora prima che nelle “stanze” del palazzo, attraverso un vero confronto con la cittadinanza.  Forse l’esito nel merito della valutazione e della scelta, che peraltro condivido, non sarebbe cambiato, ma non c’è dubbio che si sarebbe data a quest’atto l’autorevolezza di una scelta costruita insieme alla gente e davvero maturata dall’opinione pubblica.

Una volta chiamato al voto, comunque, il mio è stato positivo e lo è stato senza ombra di dubbio: ho rimarcato ieri e voglio rimarcare ancora che essere per le unioni civili non significa essere contro la famiglia e che non si deve commettere l’errore, sia esso in buona fede o peggio strumentale, di paragonare due realtà differenti e diverse.

Sono contrario al giochino dei laici contro i cattolici e quindi delle unioni civili contro le famiglie (a tal proposito ho pronte alcune proposte a sostegno delle politiche per la famiglia): semplicemente, credo sia giusto estendere tutti i diritti a delle persone, anche dello stesso sesso, legate da vincoli affettivi ed economici. Credo sia giusto dare una risposta seria e concreta alle coppie di fatto nell’auspicio che il governo centrale possa presto legiferare in materia con senso di ragionevolezza.

La nostra comunità ha espressioni articolate, per cui raggiungere il bene comune significa dare voce a tutte le sensibilità, a tutte le culture, senza imporre alcuna visione, alcun dogma, rispettando la pluralità culturale, etica e morale della nostra società: applicando, in una sola parola, il valore costituzionale della laicità.

In questo contesto la famiglia non deve essere solo tutelata e difesa, ma deve essere soprattutto promossa nella sua bellezza e nella sua centralità, come cellula essenziale del nostro tessuto sociale: e anche in questo caso la nostra Costituzione parla chiaro.

Ma la battaglia dei diritti civili andava fatta, con pari convinzione

 

 

 

 

Il consigliere comunale del Pd di Ragusa

Vice Segretario provinciale del PD di Ragusa

 

Mario D’Asta