Mozione di sfiducia a Rustico, la maggioranza diserterà il Consiglio

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L'ex sindaco Piero Rustico

I gruppi Nuovo Centrodestra, Rustico Sindaco, Unione di Centro e Grande Sud hanno annunciato oggi, con un comunicato stampa congiunto, che non prenderanno parte alla prossima seduta del Consiglio comunale, fissata per giorno 28 febbraio.

I nostri consiglieri non voteranno la mozione di sfiducia – si legge nel documento – La nostra posizione, manifestata con l’assenza, era chiara già nella seduta di domenica scorsa e non cambieremo idea. I consiglieri Oddo ed Infanti, inoltre, hanno dichiarato che non intendono sfiduciare il sindaco Rustico, avendo voluto proporre soluzioni auspicabilmente condivise e finalizzate al raggiungimento di un obiettivo comune nell’esclusivo interesse dei cittadini. Cittadini che, evidentemente, non interessano i consiglieri di opposizione, presi come sono dall’affannosa ricerca di qualche firma in più che, pur diluendo all’infinito questa seduta, non troveranno.

Ancor di più venerdì, pertanto, sarà chiaro ai cittadini che i Consiglieri dell’opposizione, presentando una mozione di sfiducia con sole dodici firme, stanno sprecando risorse pubbliche (basti pensare che una singola seduta del Civico Consesso costa circa 1.500 Euro) per pronunciare interventi da comizio.

La prova maestra di ciò risiede nel fatto che, dopo aver depositato la mozione di sfiducia, alcuni Consiglieri di opposizione hanno protocollato interrogazioni al Sindaco e richiesto già un’ulteriore seduta del Consiglio, già sapendo benissimo che non sarebbe andata a buon fine e pienamente consapevoli dell’inutilità del teatrino messo in piedi solo per fare opinione e demagogia spicciola.

Accertata la loro malafede – concludono i partiti a sostegno del primo cittadino – e la natura meschina della farsa che stanno propinando agli ignari spettatori, chiediamo ai Consiglieri comunali di opposizione che, piuttosto, si sfiducino loro, permettendo a chi è realmente interessato alle sorti della città di governare, per dare soluzione al problema che loro stessi, egoisticamente e con finalità discutibili a dir poco, hanno creato votando il dissesto”.