La solidarietà dei colleghi al giornalista Antonio Di Raimondo

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Solidarietà al collega Antonio Di Raimondo per la perquisizione domiciliare e il sequestro del computer subiti per aver dato notizia dell’indagine a carico di un finanziere nell’ambito dell’operazione “Guido Tersilli”. Secondo Assostampa e Ordine dei Giornalisti: “Provvedimento inammissibile”

Ecco il comunicato:

L’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e l’Associazione Siciliana della Stampa esprimono piena e incondizionata solidarietà al collega Antonio Di Raimondo, che ha subito una perquisizione domiciliare e il sequestro del computer portatile su ordine della Procura di Ragusa.
Di Raimondo, direttore della testata on line Corrierediragusa.it, ha pubblicato una notizia da cui emerge che tra gli indagati nell’operazione ‘Guido Tersilli’, condotta dalla Guardia di Finanza e riguardante i falsi invalidi, vi è pure un finanziere. Sfugge la “ratio” del provvedimento punitivo nei confronti del giornalista, che ha dato notizie non più coperte da segreto, dato che a tutti gli indagati era stato notificato il provvedimento di chiusura delle indagini.

Al di là del sistema e del metodo seguiti, che in provincia di Ragusa inaugurano una stagione preoccupante e conflittuale tra magistratura e stampa, mai vissuta precedentemente, e al di là dell’evidente contrasto con le normative europee e con le pronunce della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, sfugge infatti quale possa essere il senso del sequestro del computer, della perquisizione della redazione e dell’abitazione di un cronista che si è limitato a dare la notizia che purtroppo coinvolge un rappresentante delle Fiamme Gialle.

Il provvedimento è inammissibile e risulta un attacco alla libertà di stampa e al diritto-dovere del giornalista di informare la collettività.
La vicenda fa il paio con le perquisizioni subite dai colleghi palermitani, per uno dei quali, Riccardo Lo Verso, il tribunale del riesame annullò la perquisizione, dichiarandola illegittima.
L’augurio di Ordine e Assostampa è che l’episodio, sgradevole e imbarazzante per la categoria dei giornalisti, possa essere superato e che non vengano pregiudicati i buoni rapporti finora intercorsi in provincia di Ragusa tra Magistratura e giornalisti.