“È lunedì, si torna in classe, ma Loris non c’è più”. Santa Croce oggi, tra la piazza e la scuola

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Nella piazza del paese, assolata in un giorno d’inizio dicembre che sembrava primavera inoltrata, il drone con le telecamere faceva un giro di “ricognizione” accompagnato dal dito di chi, incuriosito, si chiedeva cosa fosse.
L’operatore, paziente, spiegava che si tratta di un marchingegno necessario per far girare la giostra di quel circo mediatico che da due giorni sosta nella piazza di Santa Croce Camerina, o di Camerina come ripeteva qualche collega delle testate nazionali.

E non è passata inosservata la storpiatura del nome. “Maria che impressione, oggi parlavano di Santa Croce al tiggì 5”. “E che solo al tiggì 5?”. “Sì, poi l’hanno chiamata Santa Croce di Camerina”. La campana della chiesa ricorda che da lì a poco avrà inizio la celebrazione della messa vespertina. In un vicoletto, a venti metri dalla piazza, un gruppo di ragazzi commenta l’accaduto.
Nella piazza una ventina di troupe televisive prepara i servizi serali, a destra e a manca i giornalisti cercano dichiarazioni.

Il sindaco, Franca Iurato, tailleur scuro e borsa rosso fuoco, fa la spola dall’una e dall’altra parte. “Non si preoccupi, le faccio solo due domande precise”, la rassicura un cronista. “La Procura ha chiesto la massima collaborazione da parte dei cittadini, perché chi sa parli”. “La nostra città ha già risposto in modo massiccio sin dal momento delle ricerche. Sono certa che non la mancherà la collaborazione con gli inquirenti” – risponde stanca il primo cittadino. In chiesa, intanto, si conclude la novena all’Immacolata.

Un’interminabile nenia per pochi fedeli, tutti anziani. Alle 18,30 il parroco, don Angelo Strada, bacia l’altare, e inizia la celebrazione. Nell’omelia solo un accenno a quanto accaduto. Parlando della fede, il sacerdote ricorda che occorre mantenerla anche nei momenti di prova, “come quello che sta vivendo la nostra comunità”, si limita a dire.
Fuori, intanto, si accendono i potenti riflettori per illuminare a giorno il piazzale antistante la chiesa. Continua il racconto di questa giornata a caccia di un mostro che ha strangolato un bambino. Una giornata iniziata presto, poco prima delle otto, con uno dei momenti forse più difficili.

È lunedì, si torna in classe, ma Loris non c’è più. I bambini, in realtà sanno un po’ tutto, ma le maestre cercano di attutire il colpo. La cosa più difficile, confida una mamma, è rispondere alla domanda che noi come loro ci poniamo: “Perché?”.
La dirigente della scuola, Giovanna Campo, non transige: niente giornalisti a scuola, neppure per una foto sul banco di Loris, dove è stato poggiato un cuore di fiori bianchi. “È una giornata difficile – dice -, ci stiamo facendo aiutare da una squadra di psicologi per assistere i bambini e gli insegnanti”
A pochi passi, in un caffè della piazza principale, arriva il cacciatore che ha ritrovato il corpo del bambino. La sua auto è stata sequestrata, ma lui, che non è indagato, ribadisce: “Quello che ho fatto lo rifarei”. Si riferisce alle ricerche del bimbo.

Per quattro ore, domenica sera, aveva risposto alle domande degli inquirenti. Non nasconde il fastidio per l’attenzione nei suoi confronti. A metà mattinata, in Procura, arriva la conferma: Loris è stato ammazzato, una morte atroce. L’apprensione in città sale. “Ci vai, ma al massimo alle sei torni a casa, eh”, ripete una mamma al figlio che chiede di andare da un compagnetto.
La giovane mamma pensierosa quasi giustifica quella sua risposta nervosa: “Abbiamo paura”. Nel piccolo parco giochi accanto la scuola dove Loris, sabato mattina, non è entrato, quattro bambini giocano sulle altalene. Con loro un papà e una mamma. “Non li lasciamo soli, non si sa mai”. Solo qualche cronista, nel primo pomeriggio, sosta nei pressi della casa dei genitori di Loris. In serata più nessuno, solo il silenzio e la disperazione.

La giornata si chiude con un appello forte verso chi ha stretto le mani intorno al collo di un bambino inerme. “Chiunque tu sia” dice il fondatore di Meter, don Fortuna Di Noto “consegnati alla giustizia, e Dio, Padre buono e di misericordia, abbia pietà di te”.