AIDS: occorre non abbassare il livello di attenzione

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Una giornata di sensibilizzazione quanto mai necessaria e di allarmante attualità. Intorno all’AIDS, ed in generale al contagio da virus HIV, sembra che anche in provincia di Ragusa, come si evince a livello nazionale dai dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità, ci sia una percezione del rischio in preoccupante diminuzione, soprattutto tra le fasce più giovani che parlano e si preoccupano sempre meno della questione.
Sono queste le considerazioni fornite dal dottor Antonio Davì, il direttore dell’Unità operativa complessa di Malattie infettive al “Maggiore” di Modica ed attualmente anche il direttore facente funzione nell’Unità situata all’interno del “Civile” di Ragusa.

In occasione della Giornata mondiale contro l’AIDS, indetta ogni anno il primo di dicembre a partire dal 1988, nelle due strutture ospedaliere del territorio ibleo sono stati organizzati particolari momenti di sensibilizzazione, con la distribuzione di materiale informativo e la possibilità di effettuare il test, in totale anonimato. «In collaborazione con l’Unità operativa Educazione alla Salute diretta da Vincenzo Trapani – ha continuato Davì – in linea con le direttive dell’assessorato regionale alla Sanità, stiamo attivando il protocollo “Occhio all’AIDS”, un ulteriore strumento di sensibilizzazione e di controllo. Il fatto più rilevante – ha continuato il dottor Antonio Davì – è che la fascia a rischio si è decisamente spostata da quella dei tossicodipendenti a coloro i quali hanno rapporti sessuali non protetti, sia etero che omosessuali. In Sicilia ogni anno scopriamo circa 3500 casi di infezione da HIV – ha spiegato Davì – di cui 50 con AIDS conclamato. Anche in provincia riscontriamo in percentuale sempre più casi con diagnosi di AIDS (e quindi la fase avanzata dell’infezione da HIV). Si tratta di persone che non hanno mai saputo di essere sieropositive e che hanno quindi convissuto per diversi anni con il virus Hiv, con tutte le conseguenze che ciò ha comportato per la propria salute e con tutti i rischi di contagio per il proprio partner e per la collettività».

Per quanto riguarda i dati provinciali il dottor Antonio Davì ha spiegato che nel 2014 sono stati segnalati all’assessorato regionale alla Sanità, in un apposito Registro di sorveglianza, 5 casi da HIV, dei quali 2 con AIDS. In totale, invece, nei due reparti ragusani ci sono circa 150 pazienti, dei quali un centinaio con AIDS conclamato. Nel 75% dei casi stanno affrontando la terapia coi farmaci di ultima generazione, rispondendo bene alle cure nel 90% dei casi, nei quali si riscontra una carica virale negativa. In maggioranza di tratta di uomini, di età compresa tra i 35-50 anni.

(fonte: La Sicilia)