Ministero: “No alle stabilizzazioni al Comune di Comiso”

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Fibrillazione per i 47 co.co.co del comune di Comiso che attendono da due anni e mezzo di essere stabilizzati. Dopo avere partecipato nel 2009 alle procedure di pre stabilizzazione in attesa di un contratto a tempo indeterminato, arriva la doccia fredda del ministero.

Le prime reazioni a caldo da parte di una contrattista. Sempre più incerto il futuro occupazionale di 47 ex co.co.co al Comune di Comiso. Dopo due anni e mezzo di attesa, dopo la delibera per il fabbisogno del personale di febbraio 2015, doccia fredda per questi lavoratori che speravano finalmente in uno sblocco dello stallo delle assunzioni. Stamane il primo cittadino, Filippo Spataro, ha comunicato che il Ministero ha fornito un parere negativo sulla stabilizzazione del personale indicato. Si tratta di operai e amministrativi, uomini e donne di età compresa tra i 30 e i 60 anni.

Dopo la riunione con il primo cittadino, i lavoratori sono in assemblea permanente nell’aula consiliare, per verificare il da farsi anche con l’ausilio di un legale. Probabile una protesta ad oltranza, compreso lo sciopero della fame. “Questa volta siamo intenzionati a non arrenderci – ha spiegato Ivana Cobisi, una delle ex co.co.co. in protesta – finché non avremo certezze”.

Ivana spiega le ragioni di questi lavoratori: “Nel 2009 abbiamo fatto un concorso di pre-stabilizzazione, ma a causa del dissesto dell’ente la nostra assunzione è stata bloccata. Da due anni e mezzo siamo fermi, in attesa di riprendere il lavoro che ci spetta. Abbiamo aspettato che i bilanci comunali fossero risanati. L’attuale sindaco, a febbraio 2015, ha quindi fatto una delibera per esplicitare il fabbisogno del personale, inviandola anche a Roma. Stamane, purtroppo, ci è stato comunicato il parere negativo del Ministero, che nonostante i conti siano a posto considera le nostre come nuove assunzioni, non tenendo conto del concorso del 2009. Il primo cittadino è al nostro fianco, in questo ci sentiamo confortati. Anche perché per il Comune questo significa dover assegnare diversi servizi all’esterno, con dispendio maggiore di risorse. Sappiamo che l’ente sta vagliando l’ipotesi di ricorrere al Tar e chiedendo l’aiuto del Prefetto per far arrivare a Roma le nostre ragioni. Noi, dal canto nostro, stiamo seguendo i consigli di un legale e abbiamo intenzione di andare avanti ad oltranza per reclamare il diritto al lavoro che da anni ci è stato negato”.

Ad intervenire, ovviamente è il sindaco Filippo Spataro, il quale preannuncia il ricorso dell’Amministrazione comunale avverso la decisione della Commissione per la Stabilità Finanziaria degli Enti Locali che non ha approvato la delibera di G.M. n. 21 del 14 gennaio 2015 avente per oggetto “Programmazione del fabbisogno del personale per il triennio 2014, 2015, 2016, del Comune di Comiso” con la conseguenza che l’ente non può riassorbire le 47 unità lavorative che hanno effettuato le procedure di stabilizzazione e si trovavano in attesa di essere assunti a tempo indeterminato.

La decisione della Commissione mi ha stupito molto – spiega il sindaco Spataro – perchè nel corso delle varie interlocuzioni, soprattutto nell’ultima circa un mese fa, avevamo sostenuto la tesi che queste persone effettivamente avevano concluso positivamente il concorso di prestabilizzazione e, solo per motivi tecnici non si era potuto procedere alla loro assunzione definitiva. Questa tesi sostenuta dal Comune di Comiso era parso fosse stata accolta con un certo interesse dai commissari ministeriali e pertanto si nutriva concreta speranza di poter finalmente vedere immessi nei ruoli del Comune a tempo indeterminato queste persone. Ora invece, la Commissione ministeriale argomenta che qualora il Comune procedesse all’assunzione di questi lavoratori si tratterebbe di nuova assunzione soggetta a tutti i limiti di legge perchè il loro rapporto contrattuale con l’ente sarebbe cessato al 31 dicembre 2012 e quindi non potrebbe parlarsi, secondo la Commissione ministeriale, di riassorbimento anche in considerazione del fatto che il contratto sottoscritto da questo personale con l’Amministrazione a valere dal 1° gennaio 2010 al 31 dicembre 2012, pur prevedendo la trasformazione del contratto a tempo indeterminato, specificava altresì che qualora la figura professionale prevista nel contratto non fosse risultata più, a insindacabile giudizio dell’Amministrazione, funzionale agli scopi e alle esigenze dell’Ente, il contratto, previa comunicazione, si sarebbe inteso risolto di diritto alla data di scadenza del 31 dicembre 2012. Per questo motivo la Commissione ministeriale ha ritenuto si tratti di nuove assunzioni a tempo indeterminato. Una decisione che non ci convince perchè questa categoria di dipendenti ha completato positivamente l’iter della stabilizzazione, ciascun lavoratore si trova utilmente inserito in graduatoria e va considerato a tutti gli effetti stabilizzato. Per queste ragioni siamo convinti che l’assunzione di questo personale si inquadra come riassorbimento. Il Comune, quindi, presenterà ricorso unitamente all’immediata sospensiva della decisione stessa che ci permetterebbe intanto di assumere le 47 unità in questione.