Anche a Ragusa arriva la Tasi, aliquota al 2,5 per mille

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L’aliquota Tasi per il 2015 è stata fissata per le abitazioni principali al 2,5 per mille. Lo ha deciso la Giunta municipale. E’ stato scelto di prevedere la percentuale massima senza tuttavia ricorrere alla maggiorazione dello 0,8 per mille, prevista dalla legge per i Comuni che la ritenessero opportuna.

A controbilanciare il “peso” della nuova tassa (lo scorso anno Ragusa era riuscita ad azzerarla) c’è la scelta dell’amministrazione di prevede una serie di detrazioni per le abitazioni principali. E’ stabilita sulla base delle rendite catastali: fino a 300 euro la detrazione è di 70 euro, da 300,01 a 400 è di 50 euro, da 400,01 a 500 euro è di 40 euro, da 500,01 fino a 600 euro la detrazione è di 30 euro. Nessuna detrazione per rendite catastali dai 600 euro in su. Un calcolo puramente indicativo. Per un’abitazione di 6,5 vani, 110 metri quadrati, in zona semi centrale, con una rendita catastale di poco più di 400 euro, si pagherebbero poco più di 170 euro circa, che scendono a 130 per effetto della riduzione prevista dalla giunta. Per chi ha un’immobile con rendita catastale fino a 300 euro pagherà solo 56 euro (grazie alla riduzione di 70 euro), con una rendita fino a 400 euro si pagheranno 118 euro. E ancora con una rendita ancora più alta, pari a 500 euro, la Tasi verrà calcolata in 180 euro annui. Il pagamento verrà effettuato in due tranche, a settembre e a dicembre.

Oltre alle riduzioni per le abitazioni principali, c’è stato anche un tentativo di ridurre l’impatto per le attività produttive. Uffici e negozi (immobili categoria C) pagheranno la Tasi all’1,6 per mille. Nel contempo è stata ridotta l’Imu per queste categorie dal 9 all’8 per mille. Gli opifici e le altre strutture produttive e artigianali (immobili categoria D), che già pagano la tariffa Imu più bassa, ossia al 7,6 per mille, pagheranno la Tasi all’1,6 per mille. Esentati dalla Tasi i terreni agricoli, che pagano l’Imu minima al 4,6 per mille. Esenzione per gli enti benefici, mentre – secondo quanto prevede la normativa – pagheranno gli uffici di altri enti pubblici: la quota è al 2,5 per mille.

Un consistente aiuto, invece, per chi affitta abitazioni a canone concordato: dimezzata l’Imu al 4,6 per mille e la Tasi inciderà soltanto per 1 per mille. Questo con un doppio obiettivo: fare emergere gli affitti in nero e cercare di dare una risposta a quanti vivono una situazione di emergenza abitativa. Le detrazioni previste per la Tasi ammontano a circa mezzo milione di euro. Verrà confermato l’abbattimento totale della Tasi per quanti già non pagano la Tari, ossia la tariffa per la raccolta dei rifiuti, in quanto il reddito non supera i 4.236,66 euro.

Nessuna sostanziale novità, invece, per quanto riguarda la Tari. Qualche aggiustamento qua e là, legato ai costi dei rifiuti, ma non dovrebbero esserci particolari novità per i cittadini. E’ l’assessore Stefano Martorana, che ha la delega al Bilancio, a spiegare la scelta dell’amministrazione di introdurre la Tasi, che lo scorso anno si era riusciti – caso quasi unico in tutto il Paese – ad azzerare.

Negli anni sono state iscritte tra le entrate del Comune somme che – sulla base della nuova normativa – non possono più essere considerate di certa esigibilità. Dalle verifiche effettuate dalla Ragioneria è emerso un quadro preoccupante, con 25 milioni di euro, frutto dell’attività di riaccertamento straordinario dei residui condotta in questi mesi, che dovranno essere coperti dall’avanzo di amministrazione non vincolato, per circa 5 milioni, e spalmati su un periodo di 30 anni, per i restanti 20 milioni: 670mila euro da destinare ogni anno (e per i prossimi 30 anni) alla copertura di questo disavanzo tecnico. A questa somma vanno aggiunti 2,8 milioni per la copertura di transazioni legate al mancato pagamento di energia elettrica relativamente a periodi antecedenti la nostra amministrazione. Notevole il taglio del fondo di solidarietà da parte dello Stato: in totale 3,4 milioni di euro in meno rispetto allo scorso anno.

C’è poi la questione della legge su Ibla. Com’è noto, è emerso che negli anni alcune somme sarebbero state utilizzate per altri interventi. Occorre adesso ricostituire progressivamente la cassa, perché le opere devono essere realizzate. Si pensa a un appostamento annuale per circa uno o due milioni. C’è chi sottolinea le maggiori entrate delle royalties petrolifere. Quest’anno oltre 29 milioni di euro.

Il bilancio comunale dipende già per circa 15milioni da quelle somme – spiega Martorana -. Non è pensabile esporre il Comune, ampliando la quota di spesa corrente coperta dalle royalties. Non va dimenticato che si tratta di somme incerte e suscettibili di variazioni legate all’andamento del prezzo del petrolio e ai livelli di produzione. Dobbiamo anzi lavorare per ridurre la nostra dipendenza da quelle somme, limitandoci ad utilizzarle per investimenti ed interventi per la crescita e lo sviluppo.

(Fonte: Giornale di Sicilia)