Refezione: scatta la ‘protesta del panino’, ma la maggioranza dei genitori sceglie la mensa

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Panino o mensa?
Foto di repertorio

Arriva il servizio di refezione scolastica, nascono i primi problemi negli istituti comunali ragusani. Al centro delle polemiche la “guerra del panino” che i dirigenti scolastici avrebbero indetto. Motivi igienico-sanitari, nonché educativi, alla base delle indicazioni che hanno scatenato non poche polemiche. Da lunedì qualche dirigente ha infatti invitato le famiglie a non fornire il pasto ai propri figli, anche il classico panino per intenderci, piuttosto a prelevarli prima da scuola se non si intende servirsi della mensa. Il fronte dei genitori in protesta sottolinea l’aumento delle tariffe, tale da non rendere possibile a diversi nuclei familiari, magari con più di un bimbo a scuola, di avvalersi del servizio di refezione.

A schierarsi con le mamme ed i papà in protesta è il consigliere comunale Sonia Migliore: “È stato reintrodotto l’orario continuato, fino alle 16, è partito il servizio di mensa scolastica ed è fatto divieto di introdurre nell’istituto alimenti diversi da quelli forniti dalla ditta incaricata dal Comune a gestire il servizio stesso. Ci sembra assurdo che non sia lasciata alla famiglia facoltà di scegliere liberamente sull’opportunità di acquistare o meno i ticket per la refezione. Tanto più che le tariffe sono molto costose. In questo modo si verifica che le famiglie che non sono in grado di avvalersi del servizio (checché ne dica il certificato Isee) non possono fornire ai figli dei pasti preparati in casa”.

Toni più concilianti quelli dell’assessore con delega alla Pubblica istruzione, Salvatore Martorana: “È chiaro che non possiamo dettare legge all’interno di ogni Istituto, visto che la responsabilità ricade interamente sui Dirigenti scolastici. Per quanto riguarda il servizio di refezione, la prima settimana sarà utile a mettere a punto tutti i meccanismi. Incontreremo nuovamente i responsabili delle scuole, parleremo dei principali ‘intoppi’ che si sono venuti a creare, per venire incontro alle famiglie.

Non si tratta di una guerra, ma di un servizio sul quale abbiamo investito tanto e che reputiamo di ottima qualità. Venerdì mattina, inoltre, faremo un primo bilancio anche coi genitori ed i rappresentanti della ditta. Abbiamo già spiegato che da gennaio le tariffe, grazie al risparmio ottenuto dal ribasso d’asta offerto dall’aggiudicataria del bando, verranno ridotte di 50 centesimi per fascia. Non credo si possa pagare meno per un pasto completo e sicuro sotto tutti i profili.

I numeri sono comunque dalla nostra parte: al secondo giorno di servizio, da 600 pasti siamo passati a 1000. Un aumento considerevole, tenendo conto che in tutto gli utenti potrebbero arrivare a 1300 circa”.

Problemi di igiene, sicurezza sanitaria e cultura alimentare. Sarebbero queste le ragioni contro i panini portati da casa, ragioni che a livello nazionale, non solo a Ragusa, contrappongono dirigenti scolastici e famiglie. “Fermo restando che la responsabilità sul funzionamento dei singoli istituti ricade interamente sulle spalle dei dirigenti scolastici e che non intendiamo entrare nel merito dei singoli casi – ha sottolineato il dottor Vito Perremuto dell’Asp 7, settore Igiene alimenti, sorveglianza e prevenzione nutrizionale – non credo occorra demonizzare alcun alimento se è integrato armonicamente nella dieta del bambino. È chiaro che il panino tutti i giorni non funziona, una volta ogni tanto sì. Il modello che noi consigliamo alle famiglie è quello della dieta mediterranea”.