Autostrada Rosolini – Modica: sindacati sul piede di guerra e cantieri fermi

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Sarà una corsa contro il tempo per il completamento del lotto autostradale Rosolini – Modica della Siracusa Gela se non si vogliono perdere i finanziamenti dell’Unione Europea. Nei fatti, purtroppo, i cantieri sono fermi da sei mesi. Alla base del ritardo i piani di rientro finanziario (contenzioso non ancora firmato, tra Cas, Regione Sicilia e Cosige e il Sal 12 scaduto il 23 dicembre scorso) non rispettati come da impegno assunto tra le parti per un totale di quasi trenta milioni di euro.

I rappresentanti dei sindacati di categoria ( Franco Cascone della Fillea Cgil, Carlo Spinello della Filca Cisl e Rosario Consiglio della Feneal Uil) ne hanno preso atto in una conferenza stampa che si è svolta stamattina nella sede della CGIL di Ragusa e nel corso della quale hanno anticipato che si preparano alla battaglia. L’ultima soluzione per i sindacati, se la strada del dialogo con i parlamentari e l’assessore alle Infrastrutture, on. Marco Falcone, sarà preclusa, è una dettagliata denuncia alla Procura della Repubblica di Ragusa al fine di accertare le responsabilità in ordine ai ritardi sin qui registrati.

Nei fatti, se il lotto Rosolini – Ispica non sarà completato, collaudato e reso transitabile entro il febbraio del 2019 (da solo vale 50 milioni di euro), non si potranno agganciare i fondi europei che rischierebbero di andare perduti con tutte le conseguenze del caso.

La questione è molto chiara: – commentano Cascone, Spinello e Consiglio – bisogna subito sottoscrivere un accordo sul contenzioso in atto che vale 22 milioni di euro e che consentirebbe di pagare le ditte dell’indotto, i fornitori e le maestranze; ridefinire un crono programma dei lavori con l’indicazione del completamento dell’opera (prevista all’apertura dei cantieri al marzo del 2019); e avviare a completamento entro il febbraio del prossimo anno il tratto Rosolini – Ispica. Qui è necessario che Cas, Regione siciliana e Cosige si mettano d’accordo sul da farsi e sbloccare il cantiere allo stato ancora fermo. Rimane purtroppo aperta una fastidiosa partita in cui si misurano le responsabilità delle autonomie locali ovvero quella delle interferenze che ancora insistono lungo il tracciato, come gli espropri, che non consentono di tracciare l’assetto autostradale a quattro anni dall’inizio dei lavori. Registriamo – concludono – un preoccupante calo, in questa situazione, delle maestranze impiegate: erano circa cinquecento tra diretto e indotto, oggi sono solo trenta operanti in cantieri chiusi”.