Decreto sicurezza, Cassì e Iacono si ‘dividono’ sulle scelte dei sindaci ‘ribelli’

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Il dibattito scaturito dal decreto Sicurezza vede su posizioni diverse il sindaco Peppe Cassì e l’assessore comunale Giovanni Iacono. Posizioni diverse non sul decreto in sé (sul quale le perplessità sono parecchie), ma sulla posizione di alcuni primi cittadini ‘ribelli’ (o meglio che scelgono di non applicare la legge perché ritenuta non rispettosa dei diritti umani).

Se il primo si limita a spiegare che non condivide le scelte dei sindaci che non applicano la legge, Iacono si schiera nettamente a favore del gruppo di amministratori guidato da Leoluca Orlando. Se, come sembra evidente, il Comune di Ragusa applicherà le indicazioni contenute nella norma del Governo gialloverde, quali saranno le reazioni dell’assessore con delega tra l’altro agli Affari generali?

Entrando nel merito delle dichiarazioni, Peppe Cassì, sostenuto alle amministrative da movimenti civici di estrazione diversa oltre che da Fratelli d’Italia, ha spiegato che “la resistenza si fa con gli strumenti previsti dall’ordinamento giuridico. Quei sindaci che ‘resistono’ sono gli stessi che invocano l’applicazione dei principi costituzionali. Occorre riflettere sul fatto che all’interno della carta costituzionale sono anche previsti rimedi nel caso in cui una disposizione normativa se ne allontani. Se un sindaco non applica legge dello Stato si pone ai limiti della legge stessa, nell’intento di applicare un principio. Si tratta di una contraddizione e questo nessuno potrà smentirlo. Piuttosto mi meraviglio che azioni del genere vengano fatta da chi nel passato è stato anche magistrato”.

Sui “sindaci che resistono” si è espresso anche l’assessore comunale Giovanni Iacono, in direzione diversa, definendoli “coraggiosi” e “conoscitori della storia”. In una intervista online ha criticato il Decreto sicurezza plaudendo all’iniziativa di Leoluca Orlando, “una delle persone migliori di questo Paese, che non è rimasta mai indifferente rispetto a ciò che è giusto fare”. La premessa di Iacono? La questione Decreto sicurezza “non è stata oggetto di discussione in Giunta e con il sindaco e, pertanto, esprimo una opinione personale che ho solo condiviso con il direttivo di Partecipiamo”. 

Più in sintonia con le opinioni di Giovanni Iacono è Giorgio Massari, candidato a sindaco giunto terzo per numero di preferenze alle ultime amministrative. Il direttivo di Ragusa Prossima ha sin da subito espresso preoccupazioni sul contenuto del Decreto sicurezza, “provvedimento che si pone in aperto contrasto con i principi della nostra carta costituzionale, nonché con i principi di diritto internazionale”.

Il sindaco Cassì ha puntualizzato il suo pensiero in una nota ufficiale: 

“Contrariamente a certe voci che girano sui social e che vorrebbero mettermi in linea con questa o con quella parte, sul Decreto sicurezza la mia posizione è chiara: credo che si possa invocare l’incostituzionalità di una norma solo rimanendo all’interno dei principi stessi della Costituzione, che prevede anche i rimedi nel caso in cui una disposizione se ne allontani. Un’idea che è stata condivisa dalla quasi totalità degli oltre 100 sindaci presenti all’incontro Anci di ieri.

In linea di principio non può convincermi la limitazione di diritti fondamentali, e sarà la Corte Costituzionale a doverlo sancire, ma i sindaci in questo momento devono occuparsi delle ricadute, a Ragusa come in tutta Italia, del decreto”.