Il voto che salva Salvini. Martorana lascia il Movimento 5 stelle: “Traditi i nostri principi”

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L’ex assessore Stefano Martorana, esponente della prima giunta pentastellata in Sicilia, cinque anni a fianco del sindaco Federico Piccitto, lascia il Movimento 5 stelle. 

Cosa l’ha spinta a prendere questa decisione?

“I fatti delle ultime settimane mi hanno indotto, con sempre più insistenza, a chiedermi se avesse ancora senso continuare a sostenere un Movimento che, in questi mesi, e segnatamente dalla formazione del Governo Conte, ha cambiato connotati e valori di riferimento. La votazione del Senato di oggi, che nega l’autorizzazione a procedere contro Salvini, accusato di sequestro di persona aggravato per la questione della nave Diciotti, conferma il definitivo abbandono dei principi fondamentali che avevano ispirato la nascita del Movimento, a beneficio dei tanti ministri, sottosegretari e parlamentari che avrebbero rischiato, con la probabile caduta del Governo, di lasciare i rispettivi incarichi e tornare a casa”.

La sua posizione critica non è isolata nel Movimento. Cosa sta accadendo secondo lei?

“Nonostante mi leghino a Luigi Di Maio sentimenti di affetto e amicizia, non posso non constatare come pessimi consiglieri e discutibili collaboratori, con un ruolo ogni giorno più preminente, lo abbiano persuaso ad avviare un percorso di trasformazione del Movimento, ad oggi irreversibile, culminato nella votazione di oggi. Ho accettato le scelte dei vertici nazionali e regionali, senza lasciarmi andare a commenti, anche quando le situazioni lo avrebbero richiesto. Ho sostenuto il Movimento in tutte le battaglie, senza fare mai calcoli né lasciarmi andare a valutazioni personali. Dopo il voto di oggi, non vedo ragionevoli motivi per proseguire la mia esperienza politica all’interno del Movimento 5 Stelle”.

Quale la sua valutazione del contesto politico?

“Osservo con preoccupazione lo spostamento dell’elettorato deluso dal Movimento verso la Lega di Salvini. La delusione rispetto alla rivoluzione tradita del Movimento assume contorni inquietanti osservando la crescita della Lega in Sicilia, oltre che nel resto del territorio nazionale. Mi rattrista il pensiero che il fallimento politico del Movimento possa trasformarsi nel preludio della disintegrazione dei valori che hanno caratterizzato la nostra convivenza politica dal dopoguerra a oggi”.