Modica, il Nunzio apostolico in Italia in visita a ‘Crisci ranni’ e alla ‘Casa don Puglisi’

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«Caro papa Francesco, noi siamo la Casa don Puglisi di Modica, via Carlo Papa numero 14. Volevamo sapere quando diventi Santo? Quante volte preghi al giorno? Quante persone incontri? Mangi anche tu il prosciutto? Quando ci vieni a trovare? Potresti giocare con noi a nascondino, potresti cenare con noi il giovedì sera quando siamo in tanti per la cena comune. Ti possiamo accogliere volentieri. Siamo 18 bambini… tutti di età diversa ma stiamo insieme come se fossimo una famiglia. Ti aspettiamo». Questa lettera semplice e ‘vera’, scritta dai bambini della ‘Casa don Puglisi’ di Modica sarà consegnata direttamente a papa Francesco. A portarla di persona sarà monsignor Emil Paul Tscherrigil Nunzio apostolico in Italia e San Marino, che sabato pomeriggio ha incontrato mamme, bambini e operatori della ‘Casa’. In diocesi per i 35 anni di ordinazione sacerdotale del vescovo, monsignor Antonio Staglianò, il Nunzio ha prima incontrato, a Modica, ragazzi e animatori del cantiere educativo ‘Crisci ranni’, parlando di sogni e di speranza e visionando con ammirazione e commozione il video del rito Crisci ranni dello scorso anno. Accompagnato dal direttore della Caritas, Maurilio Assenza, e da monsignor Staglianò, presente anche il vicario foraneo, frate Antonello Abbate, è stato accolto con un lungo applauso e da un canto dei bambini all’ingresso della ‘Casa don Puglisi’. Ha sostato nella cappella della ‘Casa’, che custodisce anche un breve scritto autografo del martire palermitano.  «Ma tu, come ti chiami?», ha chiesto una bambina che ha voluto ‘accompagnarlo’ senza mai lasciargli la mano. E monsignor Tscherrigil, con l’affabilità e la semplicità che lo contraddistinguono, ha risposto con un grande sorriso: «Io sono Emil». Nel salone ha poi salutato mamme, ‘non mamme’, bambini e operatori. «Dato che sono il rappresentante del papa in Italia, vi porto il saluto del papa. Lo conoscete voi?» – ha detto ai bambini, i quali hanno subito sottolineato di averlo ‘conosciuto’ a Roma, in un’udienza in piazza San Pietro. Nel suo saluto, il nunzio ha parlato di misericordia e dell’amore di Dio: «Qualsiasi cosa che ci succede nella vita, c’è sempre l’amore di Dio che non ci abbandona mai… Dio ci sta sempre accanto. Dio è amore per ognuno di noi. È bello che insegnate ai vostri bambini questo: amore di Dio, se camminiamo sotto l’ombrello della misericordia di Dio avremo sempre un futuro». E ancora: «Questi piccoli che vanno a scuola, studiano, e io vi dico: non mollate, così vi preparate al futuro. Perché anche attraverso gli studi, il lavoro potete fare grandi cose nella vita. Dovete sempre avere fiducia in voi stessi, camminare sempre avanti nella vita. Anche se a volte è difficile, non pensate che non possiamo cambiare le cose. Prima abbiamo parlato di sogni, molte volte i sogni sono ispirazioni. Abbiate il coraggio di prenderli sul serio, di trasformarli in preghiera, il Signore vi ascolterà». Poi uno dei bambini ha letto, a nome di tutti, la lettera indirizzata al papa. «La porterò a lui, il papa ha sempre grande attenzione alle lettere de bambini. Vi ringrazio tanto per questa vostra accoglienza e per questo momento così bello. Vi chiedo – ha aggiunto monsignor Tscherrigil – di pregare anche per il papa, ci tiene tanto… lui crede tanto nella forza della preghiera da parte di tutti. Stiamo vivendo momenti difficili, quindi preghiamo che il Signore protegga e aiuti il papa a resistere la pressione di questi momenti».

Quindi, pregato il Padre nostro, ha dato la benedizione papale. Dopo le foto ricordo, abbracci e sorrisi affettuosi, il nunzio apostolico si è spostato al punto vendita ‘Don Puglisi’ a due passi dalla chiesa di San Pietro (che ha brevemente visitato). Ha saluto tutto il personale presente, chiedendo loro informazioni sui prodotti tipici, dalla gastronomia ai dolci e alla cioccolata. Ha sottolineato come sia importante quest’attenzione all’inserimento che dà dignità e a forme di economia che aiutino i giovani a non lasciare la propria terra. «Ci ha colpito – dice Maurilio Assenza – la semplicità e l’affabilità, unita anche al desiderio di capire come vive la gente, a sapienti suggerimenti su come pensare al futuro, integrando i migranti partendo dal ruolo educativo delle donne e, pensando a uno dei problemi maggiori della nostra terra ovvero la migrazione dei nostri giovani, sostenendo forme di lavoro giovanile legate al turismo. Soprattutto ha invitato a vivere il Vangelo con fiducia, trasparenza, affabilità. Si è avvertito lo stile di papa Francesco, che poi non è altro che lo stile del Vangelo, e quindi – come ha detto lo stesso Nunzio – ogni incontro è frutto della misericordia di Dio e diventa arricchimento reciproco. Mi pare bello questo non cadere nel formalismo, ma custodire sempre la sostanza della vita che è la relazione».