Piscina comunale, per il Pd qualcosa ‘puzza’, ma non è il cloro…

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“Sono diverse le criticità e le zone d’ombra sulla gestione della piscina comunale e della palestra Sebastiano Parisi di via Bellarmino. Ecco perché occorre fare chiarezza sull’inquadramento contrattuale dei lavoratori per assicurare a ciascuno di loro la massima serenità”. Sono i consiglieri comunali del Pd Mario D’Asta e Mario Chiavola a rilevarlo in una interrogazione trasmessa al sindaco di Ragusa, anche e soprattutto nella qualità di assessore comunale allo Sport, dopo essere venuti a conoscenza che il personale dipendente della cooperativa che gestisce allo stato attuale il servizio di custodia, apertura, chiusura, pulizia e funzionamento dei due impianti è stato assunto dalla stessa con un contratto non corrispondente a quanto previsto all’articolo 4, importo del servizio del capitolato speciale d’appalto.

“In pratica – spiegano D’Asta e Chiavola – il monte ore previsto nell’articolo 4 in questione è pari a 31 ore settimanali, 135 ore mensili per singola unità lavorativa mentre la durata della gara è dal primo giugno al 31 ottobre 2019, escluso agosto, quindi quattro mesi, salvo proroghe. Ci risulta, invece, che le unità lavorative sono state assunte per un monte ore pari a 28 ore settimanali con un minus complessivo pari a 27 ore settimanali (tre ore per nove unità lavorative). Per tale differenza è liquidata alla cooperativa aggiudicataria del servizio la somma di 806,27 euro + iva come da tabella riportata all’articolo 4 (si parla del costo orario di 14,22 euro + 5% (costi di gestione) x 54 (differenza ore in minus) e tale somma, destinata agli operai, resta invece nella cassa della cooperativa in questione. Vogliamo ricordare al sindaco che le prescrizioni contenute nel bando di gara pubblicata a cui la cooperativa aggiudicataria ha partecipato “vincolano non solo i concorrenti ma la stessa amministrazione che non conserva, perciò, alcun margine di discrezionalità nella loro concreta attuazione, non potendo disapplicarle, neppure nel caso in cui talune di esse risultino inopportunamente o incongruamente formulate, salva la possibilità di far luogo, nell’esercizio del potere di autotutela, all’annullamento del bando”. Quindi, è presumibile che da tale condotta sia scaturito un danno erariale per la Pubblica amministrazione che ha pagato per un servizio che non è stato invece reso dall’appaltatore e da cui potrebbero scaturire gli estremi di turbativa d’asta se venisse accertato che gli uffici preposti non hanno attentamente vigilato e, solo dopo le reiterate segnalazioni dei dipendenti, si sono preoccupati di inviare una mera richiesta di spiegazioni alla cooperativa aggiudicataria che, fino a oggi, risulta ancora senza risposta”.

Da qui l’interrogazione per chiedere al sindaco “se è a conoscenza di tale inadempienza e, nel caso, se ha già attivato iniziative volte a riportare trasparenza, legalità e rispetto del capitolato nei rapporti tra l’Amministrazione comunale e il gestore del servizio. Fino a oggi – continuano D’Asta e Chiavola – non risulta che ci sia stata risposta alle richieste di chiarimento e di verifica di una situazione che non può, sempre se le condizioni sono quelle in oggetto, continuare in questo modo. E’ necessario verificare il rispetto delle regole del gioco con cui è stata affidata questa gara. Ma, soprattutto, è indispensabile verificare la qualità del servizio reso ai ragusani che pagano le tasse e meritano un servizio all’altezza delle aspettative”.