Dalla Folgore all’altare, ora Vincenzo è sacerdote

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Campane a festa a Ragusa per l’ordinazione presbiterale di don Vincenzo Guastella. Gioia e commozione si sono mischiate nella prima ordinazione di questo tempo caratterizzato dal Covid. Anche il vescovo, monsignor Carmelo Cuttitta, ha faticato a trattenere in alcuni momenti l’emozione. In questo suo episcopato in terra ragusana ha molto puntato sulle vocazioni e sulla formazione dei seminaristi e imporre le mani su un giovane che ha lasciato i paracadutisti della Folgore per celebrare all’altare ha suscitato una forte emozione in tutti i presenti e anche nel vescovo.

Monsignor Cuttitta, nel corso dell’omelia, ha anche ripreso il motto della brigata dei paracadutisti “Come folgore dal cielo” per indicare la nuova missione che ora attende don Vincenzo. «Da oggi – ha detto monsignor Cuttitta – come una folgore sei chiamato ad illuminare con la Parola di Dio le tenebre che spesso avvolgono il mondo in cui viviamo. Dai oggi come una folgore sei chiamato a rendere visibile il cammino della comunità che di notte cerca la strada verso il suo Signore. Da oggi come una folgore sei chiamato a far risplendere l’amore di Dio nella quotidianità della tua vita e del tuo ministero. Da oggi come una folgore dovrai permettere ai fedeli per i quali celebrerai i divini misteri di intravedere e intuire anche per un solo attimo la grandezza, la bellezza della realtà che stanno celebrando insieme con te».

In precedenza, il vescovo aveva espresso «la grande gioia della comunità cristiana di Ragusa per il dono di questo nuovo presbitero». E poi rivolgendosi a don Vincenzo: «Sei stato scelto da Dio per collaborare alla realizzazione del suo progetto di amore». Davanti a tutti i sacerdoti che hanno concelebrato nella cattedrale di San Giovanni Battista, il vescovo ha anche ricordato come il presbitero sia «dispensatore della Parola e trascinante nella carità».

Non tutti hanno potuto assistere al rito all’interno della cattedrale per via delle restrizioni imposte dalla pandemia. Centinaia di fedeli hanno però partecipato al rito nel sagrato di San Giovanni, rispettando ugualmente tutte le norme sanitarie. Tanti altri si sono collegati in streaming ai canali della Diocesi, della Cattedrale e di Radio Karis. All’interno del tempio, commossi e grati anche i genitori, i due fratelli e i familiari di don Vincenzo e una delegazione delle parrocchie di San Giuseppe Artigiano e del Sacro Cuore di Ragusa dove la sua vocazione è nata e dove ha svolto il suo servizio di diacono negli ultimi mesi.

E proprio al servizio reso in queste comunità, alle qualità «umane e spirituali», alla «particolare capacità empatica» ha fatto riferimento il rettore del Seminario, don Maurizio Di Maria, presentando al vescovo la candidatura al sacerdozio di don Vincenzo.