Neonato abbandonato in strada, la Polizia avvia le indagini

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La nota della Polizia di Stato:

“La Polizia di Stato ha salvato un neonato abbandonato che è stato trovato ieri sera, intorno alle 20.30, in via Saragat a Ragusa, da un passante che per puro caso si trovava a passare per quella zona.

L’attenzione dell’uomo veniva attratta dalla presenza sul marciapiede di una busta del tipo utilizzato per la raccolta dei rifiuti, determinandosi a raccoglierla per buttarla negli appositi contenitori pensando che fosse stata lasciata lì da qualcuno per inciviltà.

Proprio quando si trovava nelle vicinanze iniziava ad udire il pianto di un neonato provenire proprio da quella busta realizzando immediatamente  che all’interno vi fosse un bambino. Infatti, avvolto in una coperta vi era un neonato ancora con il cordone ombelicale presente, verosimilmente partorito da poco tempo.

Immediata la segnalazione alla Centrale Operativa della Questura che inviava sul posto una volante e contemporaneamente un’ambulanza del 118. Il neonato veniva trasportato in ospedale per le cure del caso, dove si trova attualmente ricoverato anche se non corre pericolo di vita.

Personale della Squadra Mobile congiuntamente a personale delle Volanti e della Polizia Scientifica hanno eseguito sopralluoghi nella zona finalizzati a ricostruire la vicenda dell’abbandono del neonato e a risalire agli autori del grave gesto.

Del rinvenimento del neonato è stata immediatamente notiziata l’Autorità Giudiziaria competente presso il Tribunale dei Minorenni di Catania e quella di Ragusa”.

Il manager dell’Asp ha condiviso una nota su facebook:

“Gli è stato dato il nome di Vittorio Fortunato, al piccolo ricoverato in terapia-sub intensiva dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa. E’ il neonato abbandonato e ritrovato, ieri sera, in via Saragat, avvolto in una copertina e dentro un sacchetto di plastica. In atto è in buone condizioni, si alimenta al biberon.
Il direttore generale, Angelo Aliquò, è andato a fargli visita. Presente Francesco Spata, direttore dell’UTIN – Unità Terapia Intensiva Neonatale, e alcuni operatori”.