Piscine e palestre, riapertura ‘difficile’. E le Regioni puntano su zone rosse ‘locali’

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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha riunito, ieri sera, ministri ed esperti.

Obiettivo: trovare una sintesi tra chi vuole riaprire e chi, invece, resta sulla linea del rigore. Sul tavolo il prossimo Dpcm che dovrà entrare in vigore dal 5 marzo, data di scadenza di quello firmato da Giuseppe Conte.

L’idea sarebbe quella di coinvolgere maggiormente il Parlamento e non si esclude dunque la strada del decreto.

Matteo Salvini, da parte sua, insiste a chiedere le riaperture, ma il ministro della Salute Speranza e gli esperti del Cts frenano, soprattutto per il rischio varianti.

“Abbiamo rappresentato al presidente del Consiglio i dati e i numeri, noi siamo prudenti, ma non abbiamo descritto una situazione di catastrofe imminente”, ha detto Agostino Miozzo, coordinatore del Cts, al termine della riunione. “Non abbiamo parlato di riaperture, se ne parlerà in un’altra occasione”, ha aggiunto, anche se è noto che gli esperti sono stati finora contrari al semaforo verde a impianti da sci, cinema e palestre. Venerdì ci sarà il nuovo monitoraggio, “poi vedremo”, ha aggiunto, anche se lo scenario di una zona arancione nazionale, ventilata da qualcuno, sembra tuttavia restare al momento solo un’ipotesi.

Le Regioni, intanto, stanno provvedendo a dichiarare zone rosse le aree del proprio territorio in cui le varianti stanno facendo moltiplicare i contagi.