Covid, il governo lavora alle riaperture. Ma con tante incognite

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Il governo lavora alle riaperture.

Il primo passo sarebbe il ripristino delle zone gialle. Perchè ciò avvenga serve un ulteriore calo dell’incidenza e dell’Rt con la conferma della discesa dei ricoveri in terapia intensiva e con l’aumento delle somministrazioni dei vaccini che si sono assestate sulle 300mila dosi al giorno (9 milioni di italiani, il 15% della popolazione vaccinabile hanno avuto almeno una dose). Il passo successivo sarebbe la riapertura dei ristoranti, almeno a pranzo, ma anche di musei, cinema e teatri con ingressi contingentati.

Nulla è deciso, anzi il governo tiene a precisare che non è in programma questa settimana la cabina di regia per decidere le riaperture. Ma i dati dei prossimi giorni, suggerisce una fonte qualificata di governo, saranno “essenziali” per capire in che direzione si procederà.

In attesa che venga stabilita la data del confronto tra le forze politiche, un elemento è già chiaro: se si deciderà di riaprire, saranno fatte comunque scelte “selettive e ponderate”, come ribadisce il presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli. Insomma, non ci sarà un liberi tutti e la maggior parte delle attività che sono chiuse dovrà attendere maggio.
“Guai se pensassimo di essere fuori dal problema – avverte ancora Locatelli – Ci ritroveremmo nella situazione di metà marzo avendo vanificato settimane di sacrifici”.

Ad oggi diverse regioni avrebbero numeri da zona gialla, con l’Rt sotto l’1, tra cui il Lazio e il Veneto, le Marche e il Molise. Ma è anche vero che ci sono ben 13 Regioni e la provincia di Trento con il tasso di occupazione delle terapie intensive ancora sopra la soglia critica del 30% e altre regioni i cui numeri sono in peggioramento come la Sicilia o la Sardegna che dopo l’esperienza della zona bianca è adesso in fascia rossa.

Ma per consentire le riaperture va considerato anche l’andamento della campagna vaccinale, come ha detto chiaramente il presidente del Consiglio Mario Draghi: chi prima vaccina gli anziani prima riparte. Ad oggi il 68,20% dei quasi 4,6 milioni di over 80 ha avuto almeno una dose ma la percentuale scende sotto il 20% nella popolazione tra 70 e 79 anni. Il richiamo è stato invece somministrato al 38,79% degli ultra ottantenni e solo al 2,48% dei settantenni.

Le eventuali aperture potrebbero scattare, dunque, non prima del 25 aprile. Per maggio invece il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha ipotizzato l’apertura dei ristoranti anche la sera: “Torneremo con i colori nelle regioni, compreso il giallo. I ristoranti possono aprire da maggio e a metà del mese anche a cena”.

Il centrodestra però vorrebbe anticipare.

Nelle prossime ore sul tavolo del Comitato tecnico scientifico le richieste delle associazioni di categoria del mondo del cinema e dello spettacolo, con il ministro dei beni culturali Dario Franceschini che punta ad un ampliamento della capienza prevista dai protocolli, attualmente ferma a 200 persone al chiuso e 400 per gli eventi all’aperto. Cinema, teatri, musei e spettacoli all’aperto potrebbero essere i primi a ripartite, assieme ai ristoranti. Su questo fronte la Fipe vedrà martedì il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgietti per sottoporre nuovamente il protocollo che chiedeva l’apertura dei ristoranti in zona gialla anche la sera e in zona arancione solo a pranzo. Documento bocciato già a gennaio dal Cts.