Un corto per narrare “Il coraggio di raccontarsi” di Giovanni Gulino

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Giovanni Gulino è il protagonista del corto “Il coraggio di raccontarsi” una produzione nata dal corso di Cinema Creativo ideato da Antonio Carnemolla, a cui hanno partecipato diversi ragazzi con la passione per il cinema.

Gli allievi hanno dato via a tre cortometraggi, Hermes, L’incontro e il terzo dedicato alla vita di Giovanni, un giovane di Marina di Ragusa, classe ’90, con una tetraparesi spastica, una disabilità fisica, ma sicuramente non mentale, nè emotiva.

Giovanni infatti, è molto attivo nella lotta per i diritti delle persone diversamente abili ed è per questo che ha fortemente voluto questo cortometraggio. In tal modo racconta il coraggio di vivere con una disabilità, ma soprattutto di essere felici e pieni di vita nonostante tutto.

“Senza la mia disabilità – racconta infatti –  non avrei intessuto le relazioni che ho adesso, dunque nella sfortuna che mi è toccata, non posso che ritenermi un ragazzo fortunato. Sono convinto che nella sofferenza fisica ed emotiva siamo tutti testimoni della vita e scopriamo chi siamo proprio nei momenti di dolore”.

Il corto è dedicato a suo nonno, Giovanni, che tutti chiamavano Vannino, morto in un incidente stradale in Calabria, al quale il ‘nostro’ Giovanni si sente molto legato, probabilmente per il carattere, che tutti gli dicono, essere simile a quello del suo parente.

“L’idea – spiega-  è quella di presentare questo corto ai ragazzi delle scuole superiori perchè credo sia fondamentale parlare ai giovani di disabilità, far capire che la diversità è una ricchezza e per spronare i cosiddetti normodotati ha realizzare i propri  sogni”.

E Giovanni ha voluto anche condividere con i nostri lettori, una sua poesia.

La diversità

Ognuno nasce con qualcosa che gli manca
e non è contento mai abbastanza.
Se non riesce ad accettare la diversità che gli appartiene,
si chiude in sè stesso e il mondo gli appare sempre diverso,
visto da un’altra prospettiva.
Ognuno di noi ha una disabilità,
c’è chi non può udire,
chi non può parlare e chi come me,
non riesce a camminare,
senza perdere mai la voglia d’amare
e lottare fino in fondo.
Per lasciare una traccia
che anche un disabile
può essere pellegrino di questa terra,
affinché nessuno lo tenga in disparte
tutti noi diversi siamo chiamati
ad essere i protagonisti della nostra vita.
Una vita da vivere pienamente con qualche difficoltà,
e della nostra felicità nessuno mai ci proibirà.