Chiaramonte e il dissesto finanziario. Il 15 attesa la decisione del Consiglio

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Il comune di Chiaramonte Gulfi si avvia verso il dissesto finanziario, dopo aver accertato un debito di 8.761.184,47 euro.

Tutto ha inizio da dei controlli relativi alle utenze, come Acqua, Luce, Tari.
“Ci siamo accorti – ha spiegato il sindaco Mario Cutello, da noi contattato – che nel tempo erano stati creati debiti anomali che non trovavano coperture. Abbiamo fatto una ricognizione e sono venuti alla luce problemi importanti. Non erano infatti state previste somme per il fondo crediti di dubbia esigibilità, il fondo rischi contenziosi, il fondo pluriennale vincolato.

Il ‘Fondo crediti di dubbia esigibilità’, solo per fare un esempio, avrebbe dovuto avere una capienza di 3.900.000 euro. C’erano poi 3.890.000 euro di debiti fuori bilancio, di ben 86 creditori dell’ente, tra cui il Libero Consorzio di Ragusa, con cui il Comune ha un debito di 500mila euro per tasse non versate dal 2012 al 2022. Oltre ai debito, sono anche state sopravalutate le entrate di bilancio”.

“Con questa situazione – ha proseguito il primo cittadino del centro montano – non saremo riusciti a rientrare neanche con il piano di bilancio in 15 anni che avevamo valutato, da qui la decisione, purtroppo inevitabile di andare verso la procedura di dissesto”.

La proposta approderà il 15 settembre in Consiglio e si saprà se verrà approvata oppure no. In caso affermativo, gli atti saranno trasmessi al Ministero dell’Interno.

“Lapidaria – continua Cutello – è anche la dichiarazione inviata alla Corte dei Conti dove si evincono tutti i debiti pregressi e le discrepanze”.

Il sindaco trasmetterà tutta la documentazione anche alla Procura della Repubblica. “È giusto che ciascuno sappia come stanno le cose. A noi ora tocca lavorare per ridare un futuro a Chiaramonte”.

Sull’argomento è intervenuto il gruppo consiliare di opposizione di Fratelli d’Italia, composto da Gaetano Iacono, Samuele Cultrera, Simona Riggio e Jessica Stracquadaini: “Il provvedimento di dissesto dovrà passare dal consiglio comunale ma questo esito infausto dà ragione e forza alle nostre denunce – nel civico consesso e sulla stampa – relative alla situazione difficile dell’ente, alle spese pazze del sindaco e alla mancanza di una progettualità per evitare proprio il crack finanziario. Abbiamo assistito, via social, anche a un rimpallo di responsabilità tra chi ha amministrato Chiaramonte: da una parte l’ex sindaco Gurrieri e dall’altra l’attuale sindaco. In questo fuoco incrociato, nel mezzo, vi sono i cittadini che assistono attoniti a un teatrino della politica che li sta condannando per anni e anni”.

Cosa comporterà per il Comune il dissesto finanziario?

La dichiarazione di dissesto comporta per l’ente, sino alla data di approvazione dell’ipotesi di bilancio riequilibrato:

  • limiti alla contrazione nuovi mutui, (con alcune eccezioni relative ai mutui con oneri a carico dello Stato o delle regioni, nonché mutui per la copertura di spese di investimento strettamente funzionali alla realizzazione di interventi finanziati con risorse provenienti dall’UE o da amministrazioni ed enti nazionali, pubblici o privati) (art. 249);
  • limiti all’impegno delle somme previste nell’ultimo bilancio approvato con riferimento all’esercizio in corso; i pagamenti in conto competenza non possono mensilmente superare un dodicesimo delle rispettive somme impegnabili, con esclusione delle spese non suscettibili di pagamento frazionato in dodicesimi (art. 250);
  • l’aumento, nella misura massima consentita dalla legge, delle aliquote e delle tariffe di base delle imposte e tasse locali, diverse dalla tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani; la delibera non è revocabile ed ha efficacia per cinque anni (art. 251).