Tony Barbagallo, il cuore dentro l’obiettivo

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“Il cuore dentro l’obiettivo”. Potrebbe intitolarsi così la biografia di Tony Barbagallo, fotoreporter e documentarista che ha dedicato tutta la vita alla fotografia. A 87 anni, Barbagallo è uno dei fotografi siciliani più apprezzati di sempre.

270 le mostre fra personali e collettive, oltre 5000 le fotografie stampate che compongono il suo personale archivio insieme a 500.000 negativi, 30.000 diapositive. Nei suoi scatti anche tantissimi eventi privati, circa 3000 solo i matrimoni senza contare i battesimi, le cresime, i fidanzamenti…

La passione di Barbagallo per la foto è nata quando era ancora molto giovane.

“A quei tempi- racconta- finita la scuola si trascorreva l’estate da un ‘mastro’ (maestro) per imparare un mestiere e per imparare il valore dei soldi. Le ragazze andavano quasi sempre da una sarta, i ragazzi dai vari artigiani come falegnami, carrettieri…nel mio caso ho iniziato nel laboratorio del maestro La Mantia. Quello che inizialmente era ‘solo’ un lavoro si trasformò ben presto in una vera e propria passione che mi ha portato in giro per il mondo. Ma non ho mai abbandonato i miei clienti ed ho continuato ad essere anche il fotografo degli eventi”.

“Per un certo periodo sono stato anche chiamato ‘il fotografo del regime’- racconta sorridendo- dato che venivo chiamato a immortalare tutti gli eventi organizzati dal Comune di Vittoria. Un soprannome, però, che non ha assolutamente intaccato l’amicizia e il rispetto con gli avversari politici dell’Amministrazione Comunale di allora, che poi è la stessa di ora”.

E proprio l’Amministrazione Comunale guidata dall’attuale sindaco di Vittoria, Francesco Aiello, di recente gli ha conferito una importante onorificenza: “Vittoria Insigne”.

Questa la motivazione: “Fotografo di fama nazionale e decano dei fotografi siciliani, dotato di singolare creatività, ha illustrato e descritto la storia, la magnificenza e il folklore della Sicilia e del popolo siciliano, ricevendo prestigiosi premi e riconoscimenti; con il suo occhio curioso e originale ha rappresentato e raccontato oltre settant’anni di vita della nostra Città. Per aver partecipato, con generosità e amicizia, al progresso culturale e civile della Città di Vittoria”.

Il premio gli è stato conferito nel giorno dell’inaugurazione della mostra antologica organizzata nella Sala delle Capriate-Gianni Molè di Vittoria.

In mostra, gli scatti più celebri e amati realizzati nei suoi 60 anni di attività che hanno immortalato eventi di cronaca, avendo lavorato per diversi quotidiani, ma anche momenti di vita quotidiana. Fra le sue foto più apprezzate quelle realizzate durante gli eventi sportivi, le feste religiose e quelle dedicate agli antichi mestieri. Sue, poi, tutte le foto relative al Liberty di Vittoria.

“Nel caso delle foto sul Liberty vittoriese– spiega- mi sono avvalso della guida dell’amico e professore Alfredo Campo, vero esperto. Per quelle relative agli antichi mestieri, invece, la mia guida è stata il professore Arturo Barbante”.

Da qualche anno Barbagallo ha appeso la macchina fotografica al chiodo ed ha lasciato le redini al nipote, anche lui fotografo, Gianni Ciancio.

Con lui, fino a qualche anno fa, ha realizzato gli ultimi scatti prima di ritirarsi in quello che è il suo “mondo domestico” in cui la fotografia è comunque protagonista. Il suo archivio è dettagliatamente organizzato per argomento e, in pochi secondi, riesce a tirare fuori anche foto risalenti a 50 anni fa. Si gira un attimo attorno, apre un cassetto fra le diverse decine presenti in una sola stanza, ed ecco la foto che cerca. Una sorta di magia che rispecchia il suo amore per la fotografia e la sua lucida memoria, nonostante i suoi 87 anni, di cui 75 trascorsi a Vittoria. Barbagallo, infatti, è nato a Bologna nel 1936. Con la famiglia si è poi trasferito a Vittoria e qui ha iniziato a fotografare nel 1955. Qui è rimasto “per amore e per scelta di vita” come ha scritto lo storico Giuseppe Cultrera.

Da qualche anno ha anche smesso di insegnare. Ma cosa si sente ancora di suggerire a chi oggi si affaccia a questo mondo?

“Studiate. Studiate la luce, la macchina fotografica, lo sviluppo… Non basta premere il click. Cercate di formarvi, come ho fatto io, affiancando chi questo mestiere lo conosce già e poi leggete riviste di settore e studiate anche le foto dei grandi maestri. Io, per esempio, osservavo minuziosamente quelle di Robert Capa, al quale mi sono sempre ispirato”.

 Qual è la foto che avrebbe voluto fare, ma non è riuscito a scattare?  

“Ricordo ancora quel giorno. Mi trovavo davanti al fabbro Leonardi che, insieme ai suoi figli, stava lavorando il ferro. Rimasi incantato dalla perfetta sincronia con la quale quei quattro uomini colpivano il ferro, ma distratto da altro non scattai. Ancora oggi me ne pento”.

Qual è la sua foto più famosa?

Sicuramente il Ritratto di Giombarresi, ufficialmente nominato ‘Ritratto n.2’. Pensate che questa foto fu vista nel corso di una mostra che stavo tenendo a L’Aquila dal grande Federico Fellini che la ha molto apprezzata. Per me un vero onore.

La foto alla quale è più legato?

“Domenica sotto la pioggia”. È stata scattata a Comiso durante un incontro di calcio del Vittoria. In quel periodo i biancorossi avevano il campo squalificato e per questo si trovarono a giocare, sotto la pioggia, a Comiso. Grazie a quella foto mi hanno invitato a partecipare ad una rassegna sulle foto sportive che si teneva a Padova. Qui fui notato e, l’anno dopo, (era il 1972) fui invitato fra i fotografi ufficiali delle Olimpiadi di Monaco.

Era lei a dare i titoli alle sue foto?

Quasi mai. A quasi tutte il titolo è stato dato da Padre Anastasi, che era anche docente. Mi raggiungeva al mio studio di via Cavour, a due passi dalla piazza, si sedeva chiacchieravamo un po’. Nel frattempo, lui si guardava intorno, indicava una foto e dava il titolo. Suo, ad esempio, il titolo della foto ‘Sole a perpendicolo’ mentre ‘Col sudor di tua fronte mangerai il pane’ l’ha scelto un altro amico, Pietro Monteforte.

Quest’ultima è stata anche vista e apprezzata da Mike Buongiorno dopo che grazie ad essa avevo vinto il primo premio in un concorso bandito dalla Rai”.

Vittorio Sgarbi, invece,  ha apprezzato lo scatto che ritrae il venditore di libri, “sole a perpendicolo” appunto.

“Ricordo ancora questo signore che- racconta- ogni due settimane, raggiungeva Vittoria con due valigie cariche di libri, allestiva il suo banchetto e dava vita a questa libreria ambulante”.

Nella sua intensa vita, Barbagallo ha fatto parte di moltissime giurie, in un caso anche con Letizia Battaglia; più spesso con l’amico Giuseppe Leone.  Sue anche tantissime foto poi usate per realizzare cartoline di Vittoria e Scoglitti, oggi dei veri e propri tesori per collezionisti. Non solo, anche moltissimi libri di medicina sono pieni di suoi scatti dato che, per anni, ha collaborato con tantissimi medici siciliani sia in sala operatoria che nella realizzazione di foto a pazienti affetti da ogni genere di patologia.

Attualmente è socio onorario dell’Associazione Arteinsieme e presidente onorario del Circolo fotografico Asa25 che raccoglie diversi appassionati di fotografia cui, fino a qualche anno fa, Barbagallo elargiva consigli nel corso di vere e proprie lezioni. Anche oggi, comunque, non si tira indietro quando qualcuno, che sia un giovane o un professionista, gli chiede qualche consiglio. Perché le vere passioni, si sa, vanno condivise.