Docenti siciliani immobilizzati al Nord, fra loro il vittoriese Cascone

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Anche con l’inizio dell’anno scolastico 2024/2025 si torna a parlare dei cosiddetti “docenti immobilizzati al Nord”. Fra loro c’è il vittoriese Salvatore Cascone, 58 anni, docente di Diritto ed Economia politica che da dieci anni insegna a Genova, all’Istituto Montale. L’uomo, che da anni è anche portavoce di gruppi come “docenti Siciliani immobilizzati al Nord”, questa volta ha raccontato la sua storia a Cristina Beninati, giornalista de La Stampa.

Cascone spiega come dieci anni fa l’unica chance di ottenere una cattedra fu quella di accettare l’incarico a Genova, a 1300 km da Vittoria. Come per tanti suoi colleghi, doveva essere un trasferimento temporaneo per poi chiedere l’avvicinamento, annuale, ma nulla, nonostante sia lui che gli altri lo chiedano ogni anno.

Anche per questo anno scolastico, però, ci sono state delle scelte che non sempre si sono rivelate poi eque tanto che diversi docenti, ormai certi del loro avvicinamento perché legato strettamente alla graduatoria per l’ Assegnazione Provvisoria interprovinciale, avevano persino lasciato la loro precedente abitazione. Purtroppo, mentre nuovi precari ottengono immissioni in ruolo anche a pochi km da casa, molti altri docenti restano bloccati al Nord. “Le Mancate integrazioni e scorrimenti- aggiunge Cascone- hanno fatto perdere centinaia di cattedre in tutta la Sicilia, negando di fatto il Diritto al ricongiungimento familiare”.

Per molti, infatti, lo stipendio di un professore non permette di far traslocare una famiglia intera. Persino vivendo fuori, fra spese di affitto e varie, a casa poi si porta uno stipendio molto magro.

Da anni, Cascone e gli altri chiedono una mobilità straordinaria interprovinciale che li faccia tornare dai loro cari. “Non abbiamo nulla contro i cosiddetti precari. Vorremmo solo tornare a casa anche perché le cattedre ci sono. Invece io sono stato mandato a Genova da un algoritmo. Io ci metto la faccia, ma sono tantissimi i colleghi e soprattutto le colleghe nella mia stessa situazione. Parliamo di mamme costrette a stare lontane dai loro figli, anche piccolissimi”.

“Con le nostre storie- ha aggiunto Cascone a Ragusah24- vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica”.