
Un tuffo nella storia recente dell’Italia tra cronaca, politica estera e verità giudiziarie mai del tutto condivise. È questo il senso dell’incontro svoltosi nella Sala Caduti di Nassirya del Senato, dove il professore Salvatore Di Bartolo ha presentato il suo nuovo libro “Sigonella-Hammamet. L’affaire Craxi: tra menzogne, verità e falsi miti”, edito da “La Bussola”.
L’evento, che ha registrato il tutto esaurito, si è trasformato in un vero e proprio momento di confronto intergenerazionale e politico, catalizzando l’attenzione di senatori, studiosi, giornalisti e soprattutto tanti giovani, attratti dalla figura – divisiva ma centrale – di Bettino Craxi. Il libro, uscito lo scorso novembre in occasione del venticinquesimo anniversario della morte dello statista socialista, ripercorre con taglio critico e documentato alcuni passaggi fondamentali della sua vicenda pubblica: dal caso Sigonella al drammatico esilio ad Hammamet, fino alle controverse inchieste di Mani Pulite.
Salvatore Di Bartolo, giovane accademico siciliano, ha costruito un’opera che intende superare le semplificazioni ideologiche del passato, offrendo una narrazione più complessa e meno allineata al pensiero dominante degli ultimi trent’anni. Un tentativo che ha stimolato un dibattito ricco e a tratti acceso, moderato dal giornalista Francesco Spartà.
Presenze politiche di primo piano hanno arricchito l’incontro: la senatrice Stefania Craxi, il senatore Gianluca Cantalamessa (Lega), e il senatore Salvatore Sallemi (Fratelli d’Italia), promotore dell’iniziativa insieme al dott. Federico Scalisi. Presenti anche Nicola Carnovale, direttore generale della Fondazione Craxi, e il prof. Federico Niglia, membro del comitato scientifico della stessa fondazione. A rendere il momento ancora più significativo, la partecipazione di diversi giovani attivisti e studenti, tra cui Antonio De Angelis, Mattia Romano, Simone Lodato e Marco Kevin Maddison.
Il senatore Sallemi, aprendo il dibattito, ha parlato di Craxi come di “un innovatore incompreso, a cui va il merito di aver introdotto nel socialismo italiano concetti come l’identità nazionale e il dialogo con l’Africa non predatorio”. Un’eredità, ha sottolineato, che trova oggi continuità nell’azione del governo guidato da Giorgia Meloni.
Più personale e riflessivo l’intervento del leghista Cantalamessa: “nel 1992 avrei potuto essere uno di quelli che lanciavano monetine all’hotel Raphael. Poi sono cresciuto, ho studiato, ho compreso. E sono andato ad Hammamet a chiedere scusa”. Un’autocritica che ha colpito l’uditorio.
Molto atteso l’intervento della senatrice Stefania Craxi, figlia dello statista: “ringrazio Di Bartolo per questo lavoro prezioso. Mio padre temeva che la storia potesse essere raccontata male. E invece, anche grazie a libri come questo, possiamo restituirgli la verità”. Poi una riflessione sull’episodio di Sigonella: “Fu l’ultimo atto del Risorgimento italiano. Un gesto di sovranità, non di rottura con l’Occidente, di cui Craxi era parte integrante. La lealtà non deve mai significare sudditanza”.