Mare inquinato: criticità alla foce del fiume Irminio

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Il 44% dei punti campionati lungo le coste siciliane da Goletta Verde di Legambiente è risultato oltre i limiti di legge. È questo il dato allarmante emerso dalla conferenza stampa tenutasi ad Agrigento, che ha presentato i risultati del monitoraggio condotto tra fine giugno e inizio luglio.

Su 25 campioni analizzati, 11 presentano criticità: 2 risultano “inquinati” e ben 9 “fortemente inquinati”, soprattutto in prossimità di foci fluviali e scarichi. A confermare la problematica, il fatto che nel 60% dei punti alle foci non siano stati trovati cartelli di divieto di balneazione, esponendo i bagnanti a rischi spesso ignoti.

Il caso di Ragusa

La provincia di Ragusa, pur avendo un solo punto sottoposto ad analisi, non fa eccezione. Il campionamento alla foce del fiume Irminio, nel comune di Scicli, è risultato inquinato. Una criticità che accende i riflettori su un’area di grande valore ambientale e turistico. “Serve più informazione e un sistema di depurazione efficiente”, ha dichiarato Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia. “Le foci non sono balneabili, ma spesso i cittadini non lo sanno”.

Le altre province

Nel dettaglio, le province di Catania, Trapani e Palermo registrano i dati peggiori, con diversi punti fortemente inquinati. Solo Messina e Caltanissetta risultano completamente entro i limiti. Palermo, pur mostrando buoni risultati nei tratti di mare, presenta foci fluviali particolarmente critiche.

Appello alle istituzioni

Il report rilancia l’appello alle amministrazioni locali: “La depurazione va messa tra le priorità”, ribadiscono da Legambiente. L’informazione pubblica risulta carente: solo il 12% dei punti monitorati riporta cartelli con dati aggiornati sulla qualità dell’acqua.

Un viaggio per la sostenibilità

Goletta Verde, giunta alla sua 39ª edizione, prosegue il suo viaggio lungo le coste italiane per sensibilizzare cittadini e istituzioni su inquinamento, biodiversità, energie rinnovabili e tutela del mare. Partner della campagna anche il CONOU, impegnato nel recupero degli oli minerali usati, esempio virtuoso di economia circolare.

In attesa di interventi concreti, la raccomandazione per i cittadini è chiara: prima di tuffarsi, informarsi. E pretendere che anche le coste più belle, come quelle ragusane, siano anche le più sicure.