Famiglia vittoriese sul traghetto Zeus durante falso allarme bomba

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Doveva essere un tranquillo viaggio di ritorno in Sicilia, per le vacanze, quello di Elisa Milazzo e Gianni Battaglia, coppia di vittoriesi partiti in auto da Livorno per rientrare in Sicilia insieme alla loro cagnolina, un bellissimo esemplare di Siberian husky. Ma la traversata a bordo del traghetto Zeus della Grimaldi Lines si è trasformata in un incubo quando, nella serata di giovedì 18 luglio, è scattato un allarme bomba a bordo della nave. 

A raccontare la disavventura a Ragusah24 sono proprio Elisa e Gianni. 

La coppia era arrivata a Livorno dopo cinque ore di macchina, vivono infatti con i loro figli a circa 80 km dalla Svizzera, e aveva iniziato le operazioni di imbarco intorno alle 17. La partenza era prevista per le 18:30, ma un improvviso ritardo ha subito insospettito i passeggeri. “Abbiamo notato movimenti strani dell’equipaggio – racconta Elisa – rovistavano nei cestini di altri ponti come se cercassero qualcosa. Noi eravamo al ponte 6, all’aperto, per far passeggiare Mia e non capivamo cosa stesse succedendo”.

Verso le 20:30, la notizia è esplosa: alcuni passeggeri hanno letto online che sulla nave Zeus era stato segnalato un possibile ordigno esplosivo. “Da lì è scoppiato il panico – ricorda Elisa – la voce si è diffusa in fretta e tutti hanno iniziato a chiedere spiegazioni. C’erano bambini che piangevano, anziani spaesati. Nessuno sapeva nulla di certo”.

La conferma è arrivata poco dopo: polizia, unità cinofile, artificieri e Vigili del Fuoco sono saliti a bordo per effettuare controlli approfonditi. Il comandante ha informato i passeggeri che, per motivi di sicurezza, nessuno poteva accedere ai veicoli né lasciare la nave. Questa possibilità è stata infatti data solo ad allarme rientrato, intorno alle ore 22, e solo a chi decideva di lasciare l’auto sul traghetto per poi riprenderla a Palermo.

A bordo della nave c’erano circa 1700 passeggeri e 700 veicoli. Solo dopo ore di incertezza, intorno alle 23, la nave ha finalmente lasciato il porto di Livorno, viaggiando a massima velocità per recuperare il ritardo. L’arrivo a Palermo è avvenuto alle 14:30 del giorno successivo.

“Avremmo preferito- racconta ancora Elisa- che ci avessero dato notizie certe e soprattutto la possibilità di scendere e proseguire il nostro viaggio in auto. Solo dopo abbiamo saputo che l’allarme bomba è stato sin dall’inizio considerato poco credibile e che comunque era stato fatto ogni tipo di accertamento, ma vi assicuro che non è stato facile mantenere la calma sapendo che a bordo poteva esserci un ordigno esplosivo. Assurdo, poi, venire a conoscenza di questa possibilità solo leggendo i giornali on line. A consolarmi solo il fatto di sapere che i miei figli erano al sicuro. Loro infatti raggiungeranno la Sicilia in aereo”.

Elisa, Gianni e Mia

Una brutta avventura, quindi, che resterà impressa nei ricordi di Elisa e Gianni. “Non ci aspettavamo certo una cosa del genere – concludono – pensavamo a un viaggio tranquillo verso casa. È stato invece un lungo incubo che nessuno si augura di vivere.”