
“Il futuro di Acate non si brucia”. Con queste parole, forti e cariche di rabbia, il sindaco di Acate, Gianfranco Fidone, ha lanciato un nuovo appello alla comunità contro il fenomeno dei roghi e degli sversamenti illegali di rifiuti nelle campagne della fascia trasformata.
Il primo cittadino descrive senza mezzi termini lo scenario che continua a deturpare il territorio: “Cicatrici nere sul terreno, cumuli di rifiuti come tumori che avvelenano la terra, l’odore acre dei roghi tossici che brucia i polmoni dei nostri figli”.
Per Fidone, non si tratta di episodi isolati né di un problema secondario, ma di “un crimine contro la natura, la salute e il futuro di Acate”. Una piaga che, a suo dire, non solo devasta l’immagine del paese, ma mette a rischio il domani delle nuove generazioni.
Il sindaco rivendica l’impegno dell’amministrazione comunale: controlli intensificati, sopralluoghi, sanzioni, ordinanze e la costante sollecitazione al Ministero dell’Ambiente. Non manca il ringraziamento a Prefettura e Forze dell’Ordine “per uno sforzo immane e incessante”.
Tuttavia, Fidone riconosce i limiti dell’azione amministrativa: “Da soli non possiamo farcela. Questo male è un serpente che striscia in tutta la fascia trasformata, si nasconde nell’oscurità e colpisce dove non si sentono abbastanza voci alzarsi”.
Da qui l’appello alla popolazione: alzare la voce, non voltarsi dall’altra parte, denunciare subito qualsiasi episodio sospetto – un fuoco, odori anomali, camion che si muovono di notte in terreni abbandonati – chiamando il 112, numero unico di emergenza.
“Una segnalazione può fermare chi sta distruggendo ciò che abbiamo di più prezioso – sottolinea il sindaco –. Non siate complici del silenzio. Siate ambasciatori della vostra terra. Diventate sentinelle del territorio”.
Il messaggio finale è un invito alla responsabilità collettiva: “Scegliamo di lottare, scegliamo di denunciare, scegliamo di proteggere la nostra Acate”.
(foto di repertorio)